tutti avremo sentito almeno una volta parlare delle “sexy babbe nataline” che ammiccano sui social e sorridono maliziose dalle riviste, in questo periodo dell’anno.
È innegabile… tutto ciò che per definizione è “sexy”, dall’atteggiamento all’abito, attrae lo sguardo e seduce. Forse tutti noi, dal più audace al più timido, almeno una volta, nei nostri più intimi pensieri, abbiamo sognato di essere icona di sensualità e fonte di desiderio. Phisique du role o meno, l’opportunità per osare un costume sexy in pubblico ci è servita su un piatto d’argento durante feste goliardiche, quali il Carnevale o Halloween, in cui ogni travestimento è lecito. Ed ecco, infatti, proliferare nei punti vendita, in queste occasioni, le versioni più provocanti di divise del “mestiere”, dalla strega conturbante al fantasma effetto vedo/non vedo, dalla fatale vampira, al pirata libertino o al seducente Indiana Jones.
Ma se queste sono ricorrenze all’insegna dello svago e della libertà espressiva, ve ne sono altre che, per la loro essenza, dovrebbero tenersi alla larga da certe piccanti interpretazioni.
Eppure tutti avremo sentito almeno una volta parlare delle “sexy babbe nataline” che ammiccano sui social e sorridono maliziose dalle riviste, in questo periodo dell’anno.
Perché mai cercare di rendere provocante un’immagine tradizionalmente legata ad una festa intima e familiare come il Natale?
Se fate una veloce ricerca sul web troverete costumi rossi e bianchi ritagliati e cuciti in ben miseri lembi di stoffa e corredati dall’immancabile vezzoso cappellino con pon pon candido.
Ma finché si tratta di completini pensati per un gioco erotico più stimolante nulla di strano. Di quasi ogni uniforme, come già detto, esiste una versione sexy per scatenare la fantasia in camera da letto: l’infermiera, il dottore, il pompiere, la maestra… e chi più ne conosce più allunghi questa lista!
Nulla a che vedere con l’abito originale di Babbo Natale declinato al femminile e indossato da giovani donne che animano le feste nei centri commerciali, distribuendo doni e caramelle ai bambini al seguito del bianco e barbuto Boss! Non mancherà, però, qualcuno che nei confronti di queste ragazze proverà un simil pensiero vizioso: “Wow, sicuramente con un po’ meno stoffa sarebbero ancora più interessanti!”
Non c’è da stupirsi, dunque, se le hostess di rosso vestite vengono prese d’assalto, più che dai bambini, da adulti e ragazzi bramosi di conquistarsi una foto insieme all’icona femminile del Natale. È quasi scontato: nell’uomo, anche una donna in divisa fa scattare qualcosa dentro. Un desiderio irrefrenabile e goliardico di avere un ricordo con “le babbe nataline sexy”, che poi sexy non hanno pretesa di essere, ma automaticamente lo diventano nei sogni di questi bimbi troppo cresciuti. Forse la malizia sta nell’occhio di chi guarda, forse è tipico dell’uomo cercare il lato erotico in ciò che è nato per essere innocente.
Tralasciando ogni fantasia, il Natale cristiano non è una festa legata alla sessualità, bensì, per sua essenza, alla natalità, all’amore, alla gioia.
Il periodo invernale, compreso tra il solstizio d’inverno e la prima settimana di gennaio, complice la rilassatezza delle feste e l’intimità della famiglia, può rievocare in noi un arcano bisogno di libertà e sensualità. Basta volgere ancora una volta lo sguardo al passato e a qualcosa di più antico e viscerale che da sempre appartiene all’uomo per comprendere questa necessità.
Andiamo nell’antica Roma, dove in questi giorni un uomo di bassa levatura, vestito di rosso e col viso coperto da una buffa maschera, veniva incoronato Princeps Saturnalicius, per parodiare il potere della classe nobile e ribaltare in qualche azione quotidiana le sorti dei ricchi e dei poveri per un breve periodo di festa. Questi giorni erano chiamati Saturnalia, feste al dio Saturno, e, quasi come ogni celebrazione dell’Urbe, prevedevano giochi, euforia, banchetti e sesso libero a cui tutti erano chiamati a partecipare, schiavi compresi.
Ogni festività antica che segnava il passaggio stagionale, il cambiamento, la morte e la rinascita della natura nel grande ciclo vitale, era celebrata con trasporto, euforia e coinvolgimento sessuale.
Proprio per scongiurare la paura primordiale della morte si svolgevano riti propiziatori con accensione di fuochi, banchetti e, naturalmente, atti connessi alla fertilità e alla riproduzione.
Alla fine di questo breve articolo sicuramente converrete con me che l’amore in ogni sua forma è sempre presente, in quanto bisogno vitale dell’uomo e messaggero di speranza. A volte esso è platonico, altre è carnale, delle altre ancora è di libera interpretazione. Nel caso delle babbe nataline, il messaggio impostato è un augurio di gioia, ma quello che il passante interpreta può essere un ammiccante ed esclusivo saluto con un significato più tendenzioso.