Le produzioni Körper arrivano in Brasile: gli appuntamenti fra Italia e San Paolo

L’11 dicembre la performance “Come Neve” di Adriano Bolognino al Teatro Grande di Brescia. Poi via in Sudamerica.

La circuitazione 2024 delle produzioni Körper si conclude con tre appuntamenti fra l’Italia e il Brasile. Il Centro Nazionale di Produzione della Danza, attivo in Italia e all’estero, presenta la performance Come Neve di Adriano Bolognino al Teatro Grande di Brescia (11 dicembre, ore 19/21:30). Fra gli appuntamenti del mese di dicembre, il focus dedicato al coreografo Giovanfrancesco Giannini nell’ambito della quarta edizione di SCENA – Semana da Cena Italiana Contemporânea (San Paolo – Brasile), evento sostenuto dall’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo in cui il coreografo porterà in scena i suoi ultimi lavori.

Mercoledì 11 dicembre (ore 19/21:30) il Teatro Grande di Brescia ospiterà la performance Come neve di Adriano Bolognino, spettacolo che parte dall’immagine della neve osservata dagli occhi di un bambino e prosegue verso il ricordo e il senso di benessere, protezione e comunità che ne scaturisce. Prima di iniziare a lavorare con i corpi delle danzatrici, Bolognino crea un ambiente che rispecchi già l’idea della creazione, a cominciare dai loro abiti. Viene dunque coinvolto “Il club dell’uncinetto”, un gruppo di donne che, durante la pandemia, si è ritrovato per reinventarsi, riscoprendo un’arte e trasformandola in un nuovo lavoro. Intrecciando questi elementi, lo spettatore viene invaso da una nevicata improvvisa di corpi in movimento, fermo in una serena contemplazione. Il coreografo compone una coreografia come fosse uncinetto: una trama intricata eppure elegante, un intreccio consapevole che genera nuove forme. Costruire, cucire, ricucire, reinventare.

Dopo la tappa italiana, le produzioni Körper voleranno in Brasile per la quarta edizione di SCENA – Semana da Cena Italiana Contemporânea, evento sostenuto dall’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo che si svolge nell’omonima città. L’edizione 2024 ha il merito e il privilegio di porsi a conclusione di un anno significativo: quello dei 150 anni dell’immigrazione italiana in Brasile, in cui si sono susseguite diverse iniziative volte a celebrare e rivitalizzare il legame tra Italia e Brasile e l’interscambio culturale tra i due Paesi. In questa edizione si cerca dunque di lanciare uno sguardo sulla produzione teatrale italiana contemporanea di qualità, che sa provocare, innovare, stimolare la riflessione sul mondo che viviamo e sulla nostra relazione con gli altri, con lo spazio e il tempo.

La presenza di ben due produzioni Körper all’interno di una vetrina così prestigiosa sottolinea ancora una volta l’estro e l’impegno del Centro di Produzione nell’innovare la sperimentazione della danza contemporanea. Il 12 e 13 dicembre il coreografo Giovanfrancesco Giannini presenterà Vanitas, un progetto collettivo pensato e realizzato insieme a Roberta Racis e Fabio Novembrini. La coreografia appare come una partitura multimediale che coinvolge tre performer, i quali realizzano live una serie di video che vengono proiettati. Le azioni filmate interagiscono con l’azione dal vivo componendo e disfacendo una serie di immagini in cui echi di forme ed iconografie del passato interagiscono con i meccanismi di auto-fiction e di costruzione identitaria dei social network.

I testi dello spettacolo sono tratti dalla raccolta di liriche inedite (1682-1729) di Benedetto Pamphilj. In un Eden immaginario, figure archetipe si perdono nell’immagine di sé stesse e, attraversando atmosfere cupe e devianti, scandiscono l’inesorabilità di un tempo funesto, morente. Le immagini filmate dal vivo si costellano di fiori e frutti recisi, candele e clessidre che alludono alla finitudine umana, a una realtà e a una storia che periscono. Il ritmo con cui le nature morte vengono composte per essere esposte, zoomate, messe in primo piano e poi disfatte scandisce una catabasi in cui il corpo diventa una cosa in mezzo ad altre cose. Inquietudine, crisi di pensiero, vuoto di senso: la vanità diviene legge del mondo, ma forse c’è ancora una speranza.

Il 14 e 15 dicembre sarà la volta di Cloud, altra performance di Giovanfrancesco Giannini questa volta incentrata sulle sfaccettature degli universi digitali: una vera e propria riflessione sulla politica delle immagini e sulla rappresentazione mediatica dei corpi. Lungo un percorso costellato di input – fatto di immagini e video che riflettono il nostro sguardo sui problemi dell’epoca contemporanea – Giannini accompagna il pubblico in un viaggio nel vortice del web e della comunicazione, in un personale archivio dati, nella propria memoria individuale. Lo spazio scenico si apre al reale, connettendosi a geografie remote in un affresco mediatico che incorpora e tenta di restituire tutte le informazioni: il corpo diviene testimone e medium dei contenuti che il database condivide seguendo flussi di movimento che si cristallizzano in immagini. Un corpo che perlustra, ma anche un corpo che tenta di “rifigurare” e testimoniare il mondo visibile.

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