“Le nozze o fai la fine di Saman”: arrestato padre padrone

La figlia, isolata e costretta ad abbandonare gli studi, ha raccontato tutto alle insegnanti, che hanno attivato i servizi sociali.

Novellara – Un uomo di cinquantaquattro anni originario del Pakistan ha utilizzato il tragico caso di Saman Abbas per costringere la figlia ventenne ad accettare nozze imposte. La minaccia esplicita faceva riferimento all’uccisione della giovane connazionale avvenuta nel 2021 nello stesso comune della Bassa reggiana dove viveva la famiglia.

La sentenza definitiva è arrivata dopo che il massimo organo giudiziario ha confermato la condanna a due anni e quattro mesi per violenze domestiche e coercizione matrimoniale emessa dalla magistratura reggiana nel luglio 2025. L’uomo dovrà scontare quasi due anni di reclusione effettiva dopo essere stato prelevato dai militari dell’Arma.

Le accuse riguardano un arco temporale esteso dal 2008 al 2023. Durante questi anni la giovane donna ha vissuto in una condizione di totale segregazione: impossibilitata a uscire dall’abitazione, a cercare un’occupazione o a mantenere relazioni sociali al di fuori del nucleo familiare. Il padre aveva imposto l’interruzione del percorso scolastico dopo le medie inferiori con l’obiettivo di riportarla nel Paese d’origine per celebrare le nozze con un parente.

La ragazza aveva perso la madre biologica in Pakistan in circostanze che ufficialmente sono state attribuite a cause naturali. Tuttavia, durante le dichiarazioni alle autorità, ha riferito di aver sentito parlare durante l’infanzia di un possibile omicidio commesso da uno zio. La situazione familiare era ulteriormente complicata dall’assenza di sostegno da parte della seconda moglie del padre e dei fratellastri.

La svolta è arrivata quando la giovane ha trovato il coraggio di confidarsi con le sue insegnanti. Le docenti hanno immediatamente attivato i canali di protezione, contattando i servizi sociali territoriali e le forze dell’ordine che hanno avviato un’indagine approfondita.

Le verifiche investigative hanno portato al trasferimento della ragazza in una struttura protetta dove poter vivere al sicuro. Contestualmente, sia il padre che la coniuge trentasettenne residente a Novellara sono stati sottoposti a misure cautelari: applicazione di dispositivi elettronici di controllo, oltre a divieti di avvicinamento e qualsiasi forma di contatto con la vittima.

La donna ha ricevuto una condanna a due anni esclusivamente per maltrattamenti familiari, con sospensione della pena condizionata alla partecipazione obbligatoria a un programma educativo contro la violenza.