Da Magistratura Indipendente a Unicost ferma opposizione, Md pensa all’emergenza carceri. Gratteri insorge: “Vogliono i pm sotto l’esecutivo”.
Roma – Che sulla riforma della separazione delle carriere soffino le correnti avverse delle toghe, è vero anche che tra le correnti delle toghe che spesso si dividono su molti temi, qui sono tutte d’accordo, o quasi. La parola d’ordine è attacco all’indipendenza. “Ci auguriamo una mobilitazione di tutta la base della magistratura per scongiurare riforme che potrebbero farci scivolare verso regimi non democratici”, attacca il direttivo nazionale Unicost. La prende alla larga e parla di riforma Nordio, che “suscita molte perplessità nel metodo e nel merito: preliminarmente, “in quanto il Governo starebbe aspettando la celebrazione del prossimo congresso Anm di Palermo per evitare polemiche in sede congressuale”.
Inoltre, i magistrati di Unicost, commentando il recente meeting annuale europeo dell’Eaj (European Association of Judges), dove “i delegati della nostra Anm hanno ribadito la preoccupazione per le proposte di riforma”, condividono la risoluzione adottata dall’associazione europea “ritenendo che le modifiche di riforma costituzionale già in discussione in Parlamento e l’annunciato nuovo ddl di riforma costituzionale “costituiscono un grave attacco all’indipendenza della magistratura, con concreto pericolo per l’attuale equilibrio dei poteri”. Anche Magistratura Indipendente interviene con durezza.
La presidente Loredana Miccichè e il segretario generale Claudio Galoppi esprimono “forte preoccupazione e radicale contrarietà. Separare le carriere – insistono – significa allontanare definitivamente il pubblico ministero dalla cultura della giurisdizione. Significa creare un corpo autonomo di super poliziotti destinati alla sottoposizione inevitabile all’Esecutivo”. E aggiungono: “Tutto questo si risolverà in un grave danno per i cittadini, per i loro diritti e per le loro libertà. Si va in una direzione opposta a quella auspicata a livello europeo, come affermato nella dichiarazione di Bordeaux del Consiglio Consultivo Europeo dei giudici e dei procuratori”.
Per Magistratura Indipendente “ridisegnare il governo autonomo della magistratura consegnando alla sorte le funzioni di alta amministrazione del CSM è una scelta espressione della logica qualunquista dell’uno vale uno che tanti danni ha già fatto all’Italia”. “E allora appare evidente – incalzano i magistrati di Mi – che alla base di questo disegno vi è solo la volontà di mortificare la giurisdizione e con essa la magistratura, in una sorta di reazione scomposta per ciò che la magistratura ha operato e rappresenta: il controllo di legalità
nel rispetto del principio di separazione dei poteri e nell’interesse esclusivo dei cittadini”.
“Siamo stupiti di come, anziché affrontare, nell’interesse della collettività, le vere emergenze della giustizia – tra tutte, durata dei processi e situazione carceraria – si voglia distruggere il vigente ed equilibrato sistema costituzionale. Come sempre abbiamo fatto, restiamo disponibili ad una collaborativa interlocuzione, nella chiarezza delle nostre posizioni”, conclude Magistratura Indipendente. A richiamare la politica a trovare misure contro il sovraffollamento carcerario ci pensa Magistratura Democratica, che fa notare come il tasso di sovraffollamento, il numero di suicidi, le criticità nell’assistenza sanitaria “espongono le persone detenute e quelle che in carcere lavorano a una quotidianità che rischia di porre in discussione i diritti fondamentali della persona e compromettere la funzione di reinserimento sociale che la Costituzione indica come coessenziale all’esecuzione delle pene”.
Md ricorda che “lo stesso presidente della Repubblica ha sottolineato quanto sia indispensabile affrontare immediatamente la situazione, con l’adozione di interventi urgenti. E’ necessario riformare il sistema dell’esecuzione penale, in modo da poter riaffermare il volto costituzionale della pena e assicurare la dignità di ogni persona che si trova a vivere e lavorare in carcere”. Dunque “sono auspicabili interventi che possono offrire una risposta nell’immediato: la rapida approvazione di un provvedimento legislativo sulla cosiddetta liberazione anticipata speciale, la previsione, calibrata secondo razionali criteri di priorità, della sospensione dell’ordine di esecuzione della pena detentiva (ove essa debba essere eseguita in strutture sovraffollate), l’approvazione di provvedimenti di clemenza”.
Sulla separazione delle carriere interviene anche Nicola Gratteri, procuratore di Napoli, che commenta: “Non penso fosse questa un’emergenza o una necessità. Ogni anno solo lo 0,2% dei pm chiede di passare a fare il giudice o viceversa. È un problema assolutamente inesistente. E se un pm chiede di fare il giudice deve spostarsi di sede. Il problema è zero virgola zero due. Temo che il passaggio successivo sia far passare sotto l’esecutivo i pm per poter dare ogni anno le direttive e dettare l’agenda, per dire quali sono le priorità del Paese e quali tipologie di reato siano la priorità”.