Le “Capanne di Betlemme” di Don Benzi: da Rimini a Cuneo i senzatetto non sono soli

Iniziative per il Natale in tutta Italia. Pranzo solidale della Comunità di Sant’Egidio, in 70 paesi del mondo e a Roma con 250mila invitati.

Roma –  In occasione del Natale, la Comunità di don Benzi organizza diversi momenti per condividere la festa con le persone senza fissa dimora. Durante tutto l’anno, la Papa Giovanni XXIII gestisce case per l’accoglienza dei senzatetto chiamate “Capanne di Betlemme”. Don Oreste Benzi le volle chiamare così, come il luogo che diede riparo a Giuseppe e Maria, mentre stava per dare alla luce Gesù, perché “non c’era posto per loro nell’albergo”.

La prima Capanna fu aperta nel 1987 a Rimini, dopo aver incontrato questi poveri, spesso invisibili, che vivono negli angoli più bui delle nostre città. In particolare alla stazione dei treni di Rimini oggi, dalle 22:30, le Unità di Strada della Comunità Papa Giovanni XXIII invitano a partecipare alla messa di Natale in strada, per accogliere e includere chi di solito è dimenticato. Dopo la celebrazione, ci sarà l’occasione di festeggiare insieme in un momento di convivialità.

A Chieti, alla Capanna di Betlemme di via Ravizza oggi dalle 18, unità di strada per i senzatetto, alle 20 un momento di preghiera ed alle 20.30 un cenone offerto dall’associazione L’Arca di Francesca con la presenza degli chef dell’Unione regionale cuochi abruzzesi che cucineranno gratuitamente. Domani, alle 12, una messa, alle 13 un pranzo offerto da History Life Onlus e alle 19.30 cena in strada insieme alle persone senza fissa dimora con i pasti caldi e consegna di un dono in strada a cura della Fondazione Vincenzo Casillo. A Cuneo, al Santuario della Mellea, a Farigliano, la vigilia ed il giorno di Natale, al termine delle messe, verrà distribuito gratuitamente il miele prodotto dagli ospiti della Capanna di Betlemme presente nel Santuario mariano.

Nelle Capanne di Betlemme della Papa Giovanni sono ospitate persone con problemi di salute mentale, quelle uscite dal carcere, altri usciti da percorsi in comunità di recupero, immigrati irregolari. Ci sono persone che finiscono in strada dopo aver perso il lavoro e, di conseguenza, la casa. In genere, hanno avuto almeno un trauma nella vita che li ha resi soli, senza famiglia, senza nessuno. Sono invisibili agli occhi dei servizi sociali e della gente. Eppure, la maggior parte di loro vorrebbe avere un’abitazione, un lavoro stabile, vivere normalmente, relazionarsi con gli altri. La Capanna di Betlemme è una realtà di pronta accoglienza dove i senzatetto non trovano solo un tetto, una doccia, un pasto caldo ed un letto dove dormire, ma soprattutto un clima familiare.

La cena e altri momenti in casa sono occasioni per instaurare relazioni significative con le persone, ascoltare le loro storie, capire i loro bisogni. Si cerca un aggancio per instaurare una relazione di fiducia che permetta di sviluppare successivi progetti di integrazione e reinserimento sociale. Oltre alle case, la Giovanni XXIII gestisce anche unità di strada, piccoli gruppi di volontari che escono in strada per incontrare le persone sotto i portici o nelle stazioni.

Anche la Comunità Sant’Egidio, domani organizza il pranzo a Santa Maria in Trastevere a Roma, in un centinaio di città italiane e in 70 Paesi del mondo. “Sarà un Natale che supera la rassegnazione e la solitudine, all’inizio del Giubileo che ha come tema la speranza. Una grande festa che, a partire da Santa Maria in Trastevere – dove nel 1982 si tenne il primo pranzo di Natale con i poveri – si svolgerà in tanti altri quartieri della capitale e in un centinaio di città italiane, con 80mila persone sedute a tavola. Lo stesso appuntamento, nel giorno di Natale, sarà vissuto in una settantina di paesi del mondo, con 250mila invitati”. Ad annunciarlo è una nota della Comunità di Sant’Egidio.

Domani, alle 13 la basilica trasteverina si riempirà di senza dimora, anziani, famiglie in difficoltà, rifugiati, tra cui alcune persone arrivate in Italia grazie ai corridoi umanitari. Sono i poveri, amici di Sant’Egidio durante tutto l’anno. Per il banchetto della festa, in cui le persone della Comunità si siedono a pranzo con gli invitati, è previsto il menù tradizionale: lasagne, polpettone, lenticchie, dolci natalizi. Una tavola in cui si confonde chi serve e chi è servito e in cui ciascuno riceverà un dono personalizzato, come avviene in ogni famiglia.
Tutte le iniziative previste sono possibili grazie al sostegno di numerosi volontari e al numero solidale 45586 (attivo fino al 29 dicembre), per lanciare un forte messaggio di speranza non solo a chi vive difficoltà personali e familiari, ma a tutti in un tempo segnato da profonde crisi in diverse parti del mondo e da troppe guerre. Numerose le iniziative solidali che si stanno organizzando, per tutto il periodo natalizio, con distribuzione di pasti e regali, anche nelle carceri italiane, come a Roma, il 26 dicembre, a Rebibbia e a Regina Coeli.

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