Nel giorno della Festa dei Lavoratori, le Fiamme Gialle scoprono un caso emblematico di sfruttamento. Nell’agro nolano 77 lavoratori irregolari solo nei primi 4 mesi del 2025.
Napoli – Il fenomeno del lavoro sommerso continua a rappresentare una piaga del territorio campano e, in particolare, dell’area nolana, che, con il suo polo logistico e le numerose attività di ristorazione e commercio, si conferma territorio particolarmente vulnerabile a queste forme di sfruttamento e illegalità.
In particolare, proprio nella giornata dedicata ai diritti dei lavoratori, il Gruppo della Guardia di finanza di Nola ha portato alla luce una situazione emblematica: all’atto dell’accesso presso una ditta individuale esercente l’attività di agriturismo con ristorazione, sono stati individuati 21 lavoratori “in nero”, ovvero dipendenti non regolarmente assunti e privi, pertanto, delle necessarie tutele retributive, previdenziali e assistenziali.
Nei confronti dell’impresa, le Fiamme Gialle hanno avanzato, alla Direzione dell’Ispettorato territoriale del Lavoro, la proposta di sospensione dell’attività imprenditoriale per l’impiego di personale senza contratto in misura superiore al 10% di quello regolarmente assunto (come previsto dall’art. 14 del D. Lgs. n. 81/2008) e, contestualmente, sono stati avviati i conseguenti approfondimenti di natura fiscale.
Le operazioni di polizia economico-finanziaria, inoltre, hanno fatto emergere come le retribuzioni delle maestranze fossero corrisposte dai datori di lavoro in denaro contante anziché con mezzi tracciabili, come stabilito dalla normativa vigente.
Più in generale, nei primi 4 mesi dell’anno in corso, i militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Napoli hanno individuato 230 lavoratori in nero e/o irregolari – di cui 77 scoperti solo nell’area dell’agro nolano – impiegati nei settori della ristorazione, commercio e manifattura. 104 datori di lavoro sono stati segnalati all’Ispettorato Territoriale del Lavoro per impiego di manodopera irregolare.