Lavoratori in nero e irregolari, a Città di Castello nei guai anche un noto ristoratore

La Gdf contro il “sommerso” nel Perugino: 24 i casi scoperti, tra loro anche una minorenne. Sanzioni per 100mila euro.

Perugia – Solo 2 attività commerciali in regola su 13 controllate. E’ una specie di record negativo quello riscontrato dalla Guardia di finanza a Città di Castello, dove durante una serie di controlli sul “sommerso da lavoro” i militari hanno scoperto in totale 17 lavoratori “in nero” e 7 irregolari, oltre ad altre violazioni alla normativa vigente. Tra le attività pizzicate, anche quella di un noto ristoratore che impiegava tra i lavoratori in nero una ragazza minorenne.

I 17 lavoratori “in nero” erano completamente sconosciuti all’Ispettorato del Lavoro e all’INPS, mentre i 7 irregolari erano dipendenti per i quali, come spesso accade, è stata accertata l’esistenza di un contratto di lavoro intermittente (cosiddetto contratto “a chiamata”), a fronte però di una mancata attivazione preventiva della prestazione.

Sono state irrogate sanzioni per oltre 100 mila euro e sono state constatate ritenute non operate e non versate per circa 6.000 euro; inoltre, per 5 attività è scattata la sospensione, prevista dalla normativa di settore, in caso di impiego di manodopera “in nero” superiore al 10% del totale.

Tra i controlli effettuati la situazione più eclatante ha riguardato un noto ristorante che, a fronte di oltre 100 clienti presenti la domenica a pranzo, non annoverava nessun dipendente con corretto inquadramento contrattuale: degli 8 soggetti identificati e, all’atto dell’intervento impegnati in mansioni lavorative, 6 sono risultati “in nero”, tra cui una ragazza minorenne di 15 anni, e 2 sprovvisti della preventiva chiamata per l’attivazione della prestazione lavorativa.

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