L’attentato a Trump: il piano di Routh “estremamente serio”, le indagini Fbi

L’attacco mentre l’ex presidente giocava a golf in Florida. Il sospettato, dalle Hawaii con simpatie per l’Ucraina, è stato fermato.

New York – Il tentativo di uccidere Donald Trump è stato “estremamente serio” anche se Ryan Wesley Routh, l’uomo arrestato a Pakm Beach, non ha mai avuto la possibilità di mirare all’ex presidente con il suo AK-47. Rimangono ancora domande senza risposta mentre l’Fbi fa il punto sulle indagini relative al potenziale attentato di domenica nei confronti di Trump, protetto dagli agenti del Secret Service sul percorso del Trump International Golf Club di West Pakm Beach.

Gli investigatori si chiedono, in particolare, se Routh – 58enne proveniente dalle Hawaii – abbia agito da solo. Aveva complici? Poteva contare sulla collaborazione di qualcuno? “La nostra indagine lo stabilirà”, dice per ora Jeffrey B. Veltri, l’agente speciale dell’ufficio Fbi di Miami che coordina l’indagine. Il tentativo di assassinio, secondo Veltri, va considerato “estremamente serio” e il Bureau è “determinato a fornire le risposte” per capire “cosa abbia portato agli eventi che si sono verificati”.

Il primo attentato a Trump

Intanto emerge che l’uomo è rimasto appostato per circa 12 ore, come emerge dai dati del suo cellulare. Un agente dell’Fbi afferma in una dichiarazione giurata che, sulla base dei primi controlli dei dati della rete T-Mobile, il cellulare di Routh risulta “nei pressi dell’area” dall’1.59 di domenica fino alle 13.31, quando un agente del Secret Service ha visto la canna del suo fucile sporgere da dietro un albero. Routh, con la sua Nissan evidentemente parcheggiata a pochi metri, era a conoscenza del programma dell’ex presidente? Il sospetto è rimasto in osservazione per tutto il giorno, in attesa che Trump completasse il percorso sul campo.

Nei documenti dell’accusa, si ricostruisce come uno degli agenti del Secret Service che stava controllano il perimetro del campo da golf abbia aperto il fuoco dopo aver visto la canna del fucile. Subito dopo ha visto un uomo che si dava alla fuga entrando a bordo di una Nissan. Routh non ha avuto il tempo di inquadrare Trump nel mirino, non ha mai avuto una linea di tiro, come spiega il vice direttore del Secret Service, Ronald Rowe jr. Il sospetto era in un’area pubblica, a ridosso della recinzione. “Mentre l’ex presidente Trump si muoveva lungo il fairway della quinta buca, non ancora a ridosso del green della sesta, l’agente che stava controllando l’area del green della sesta buca ha visto il soggetto armato con quello che sembrava un fucile automatico e ha immediatamente tolto la sicura”. Routh “non aveva una linea di tiro e ha abbandonato la scena. Non ha sparato alcun colpo ai nostri agenti”.

Ryan Routh

Difeso da un avvocato di ufficio, Routh è stato per il momento incriminato perché non poteva possedere armi in quanto pregiudicato. L’udienza è durata pochi minuti e il giudice ne ha fissata un’altra per il prossimo 23 settembre, per discutere l’eventuale rilascio su cauzione. Potrebbero essere ovviamente formalizzate altre accuse ma, allo stesso tempo, potrebbe essere difficile incriminare Routh per l’attacco a Trump. Il procuratore statale di Palm Beach, Dave Aronberg, ha evidenziato che la distanza dal luogo in cui l’uomo si sarebbe appostato e il campo dove il tycoon stava giocando a golf, tra i 275 e i 450 metri circa, risulta troppo ampia per dimostrare che stesse puntando il fucile proprio contro l’ex presidente. Sarà molto più facile – ha poi aggiunto – incriminarlo per aver rivolto l’arma contro l’agente del Secret Service.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa