Le associazioni dei consumatori intervengono sull’aumento dei prezzi. Un aggravio pari in media a +526 euro annui per la famiglia “tipo”.
Roma – L’inflazione rialza la testa in Italia con i prezzi al dettaglio che a febbraio salgono all’1,6%: una accelerazione che, in termini di spesa e considerala la totalità dei consumi di una famiglia, equivale ad un aggravio pari in media a +526 euro annui per la famiglia “tipo”, +716 euro per un nucleo con due figli. Lo afferma il Codacons, commentando i dati definitivi diffusi oggi dall’Istat. “A febbraio l’inflazione accentua la sua corsa al rialzo, e ancora una volta a incidere sull’indice nazionale dei prezzi sono le tensioni sull’energia, con i beni regolamentati che salgono del +31,4% su anno – spiega il Codacons – Crescono a ritmo sostenuto anche i listini al dettaglio dei prodotti alimentari e bevande analcoliche, che aumentano del +2,4% su base annua. Voci di spesa primarie per le famiglie i cui rincari hanno conseguenze pesanti sulla capacità di spesa e sui consumi degli italiani”.
“I numeri dell’Istat certificano come l’emergenza energia abbia effetti a cascata sull’economia nazionale e sulle tasche delle famiglie – commenta il presidente Carlo Rienzi – Per questo consideriamo inadeguate le misure introdotte dal governo col recente decreto bollette, che non intervengono per contrastare le cause strutturali che fanno salire le tariffe di luce e gas e non risolvono il problema del caro-energia sul lungo periodo”. Proprio su questo tema, alla Camera nei giorni scorsi è passata la mozione della maggioranza concernente iniziative per contrastare il rincaro dei costi dell’energia per famiglie e imprese. Il governo aveva espresso parere favorevole al documento. Il testo impegna il governo “ad adottare un provvedimento normativo volto ad intervenire nell’immediato sulla dinamica dei prezzi dell’energia e sulle ripercussioni prodotte in danno dei clienti domestici, delle Piccole e medie imprese e delle imprese, anche promuovendo una capillare campagna informativa in merito alla possibilità per i clienti vulnerabili di passare al servizio a tutele graduali entro il 30 giugno 2025″.
L’Aula della Camera inizierà l’esame e la discussione del decreto Bollette dal 7 aprile, come si è appreso al termine della conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Ma i dati sull’inflazione non portano buone notizie. “Dati allarmanti, prosegue la corsa dei prezzi, anche meno rispetto alla stima preliminare. Un’impennata che, su base tendenziale, prosegue ininterrottamente da settembre 2024, passando da 0,7% a 1,6%, più del doppio in appena 5 mesi. Una fiammata dovuta anche al caro bollette, contro le quali, purtroppo, il Governo è intervenuto tardivamente, non impedendo gli effetti nefasti sull’inflazione” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati Istat sull’inflazione.
“Preoccupante anche il rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari che salgono su base annua da +2,1% di gennaio a +2,4% di febbraio. Anche il carrello della spesa prende il volo e passa da +1,7% a +2% sempre nei dati tendenziali” prosegue Dona. “Se l’inflazione pari a +1,6% significa, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita complessivamente pari a 578 euro su base annua, è ancor più grave che ben 219 euro in più se ne vadano solo per i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche, la spesa obbligata per definizione e addirittura 239 per il carrello della spesa. Una vera e propria stangata. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 528 euro, 194 euro sono soltanto per cibo e bevande, 214 per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona. In media, per una famiglia, mangiare e bere ora costa 152 euro in più, 166 euro per la spesa di tutti i giorni” conclude Dona.