L’abuso d’ufficio non verrà spazzato via prima delle elezioni europee

Il provvedimento era stato approvato in Senato a metà febbraio e si è arenato nel passaggio alla Camera, tra polemiche e resistenze.

Roma – L’abuso d’ufficio non verrà abolito e annientato prima delle elezioni europee. Forse c’è troppa carne al fuoco, tra premierato, separazione delle carriere e molto altro. L’indicazioni di Palazzo Chigi sembra questa, il ddl Nordio sembra sorpassato dalla cybersicurezza di Alfredo Mantovano dove sono stati bloccati gli emendamenti per contestare la ricettazione ai giornalisti. A quanto pare, tra le polemiche, Enrico Costa avrebbe ritirato quegli emendamenti tanto contestati. Quello che si sa è che per adesso l’abuso d’ufficio resta in stand by, tra le critiche e le resistenze della magistratura e l’attacco delle opposizioni.

Quanto all’abrogazione dell’abuso d’ufficio, “mi asterrò da valutazioni, ne penso tutto il male possibile”, aveva detto anche il procuratore di Perugia Raffaele Cantone, già presidente dell’Anac, che impiega solo quindici minuti per fotografare e denunciare la scarsa qualità del sistema penale italiano quando esce dal terreno della criminalità comune e delle mafie per affrontare i reati dei colletti bianchi. Il regime sanzionatorio della rivelazione di segreto d’ufficio, reato all’attenzione delle cronache e delle polemiche per le indagini sugli accessi abusivi alle banche dati, è “inadeguato” per Cantone, un massimo di appena tre anni.

L’eliminazione dell’abuso d’ufficio avrebbe un effetto deleterio “mostruoso” sulla possibilità di aggredire le fattispecie corruttive, perché si perde un reato spia. L’intera materia dei reati di pubblica amministrazione è affastellata in modo “illogico”. Il reato di omissione d’atti d’ufficio è “ridicolo” e qui il procuratore di Perugia si riferisce soprattutto alla pena prevista per chi lo commette. E se alcune fattispecie di corruzione sono punite, come la concussione, secondo Cantone “il sistema perde ogni logica”.

È in atto uno scontro tra chi ritiene liberale abolire un reato perché c’è stato un eccesso di incriminazioni, ma non di condanne ingiuste, in particolare per una categoria di autori (i sindaci), che sarebbero troppo processati e troppo inutilmente assolti da accuse che non dovevano essere promosse, e chi ritiene al contrario illiberale questo progetto, perché esso non guarda alle decine e anzi centinaia di altri possibili autori, tutti pubblici ufficiali (o incaricati di pubblico servizio), che potrebbero a seguito di questa depenalizzazione compiere atti di mera prevaricazione sui privati, riportando la pubblica amministrazione a stili di comportamento vessatori e autoritari che sembravano ormai, se non dimenticati, comunque in via di storico superamento.

La riforma Nordio aveva ottenuto il primo via libera in Senato a metà febbraio. Il testo che si compone di nove articoli ha ricevuto 104 voti a favore e 56 contrari e doveva passare all’esame della Camera. Tra le novità, il reato d’abuso d’ufficio spazzato via appunto. Ed era stato l’articolo 1 del disegno di legge firmato dal Guardasigilli a contenere la modifica al codice penale più discussa del provvedimento: l’abolizione dell’abuso d’ufficio, reato commesso da chi abusa del proprio potere mentre ricopre un incarico pubblico e proprio per questo finito da anni nel mirino di sindaci e amministratori locali di tutti gli schieramenti colori politici.

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