Truffa casearia: formaggi malandati e “in nero”

Dalla frode fiscale alla salute pubblica: il controllo della Guardia di Finanza disvela un’attività commerciale illegale nel settore lattiero-caseario.

Rovigo – A seguito dell’intensificazione delle attività di controllo del territorio disposte dal comandante provinciale della Guardia di Finanza della città veneta, è stata individuata un’attività commerciale, operante nel settore della produzione lattiero-casearia, che dalle prime indagini è apparsa presentare forti profili di irregolarità.

Nel corso degli accertamenti amministrativi, avviati in concomitanza con l’inizio di un controllo fiscale, è emerso infatti che l’azienda in questione non ha mai presentato alcuna dichiarazione fiscale, risultando quindi l’ennesimo evasore totale della zona.

Inoltre, nel corso del controllo è emerso anche che l’imprenditore, in dispregio delle normative di settore, produceva e commercializzava prodotti caseari senza alcuna autorizzazione oltre che non in regola dal punto di vista della normativa igienica.

Infatti, non solo le consegne dei prodotti, ovviamente senza alcun documento fiscale, venivano eseguite con un mezzo non idoneo e senza alcuna cura, e quindi con gran pericolo per la salubrità pubblica, ma le merci non presentavano alcuna delle indicazioni previste che ne consentissero la tracciatura nelle varie fasi della produzione e della commercializzazione. Anche il successivo controllo ai locali di produzione ha fatto emergere la loro non conformità alle norme vigenti.

Al termine dei riscontri, ai quali hanno partecipato anche i funzionari del Servizio Veterinario della ULSS 5 Polesana, i finanzieri della tenenza di Loreo, supportati da quelli della tenenza di Adria e diretti dal Gruppo di Rovigo, hanno sottoposto a vincolo cautelare sanitario un centinaio di prodotti caseari di vario genere (ricotte, formaggi freschi ecc.) per un totale di circa un quintale. Detti beni, ritenuti potenzialmente dannosi, su disposizione dell’autorità sanitaria sono stati successivamente distrutti presso una azienda autorizzata.

La normativa in materia, infatti, prevede che i prodotti destinati al consumo alimentare debbano essere corredati delle informazioni sulle imprese della filiera che sono intervenute in tutte le fasi della produzione/commercializzazione. In mancanza di tali informazioni, fondamentali ai fini del tracciamento, il prodotto non può essere oggetto di consumo umano e, quindi, deve essere destinato alla distruzione.

Nell’occasione, inoltre, sono stati posti sotto fermo cautelare anche il locale di produzione e vendita, la cella frigorifera e tutta l’attrezzatura necessaria alla conduzione dell’impresa.

Al trasgressore sono state comminate sanzioni amministrativa, ai sensi del Reg. CE 193/2007, fino a un massimo di 12.000 euro, nonché ai sensi del Reg. CE 178/2002, sanzionato con una pena pecuniaria fino a un massimo di € 4.500,00.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa