La tragedia di Rigopiano poteva essere evitata: le motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte: “Con la strada libera dalla neve, le persone si sarebbero potute salvare”. Era possibile e dovuto prevenire il disastro.

Roma – La tragedia di Rigopiano avrebbe potuto essere prevenuta con un’adeguata pianificazione e gestione del rischio. Se la strada che portava all’hotel “fosse stata liberata dalla neve” la mattina del 18 gennaio, quando gli ospiti della struttura “tentarono invano di abbandonare l’albergo, gli eventi morte e lesioni non si sarebbero verificati”. É uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza con cui la Cassazione, lo scorso 3 dicembre, ha disposto un appello per bis per dieci imputati per la tragedia di Rigopiano. I supremi giudici sottolineano che la disponibilità di mezzi spazzaneve “avrebbe dovuto essere monitorata”: “l’assicurazione della viabilità delle strade quindi la tutela dell’incolumità delle persone, non può che passere attraverso la pronta a disponibilità degli strumenti a ciò necessari”.

Era possibile prevenire il disastro di Rigopiano? “Era possibile e anche dovuto”. La Corte di Cassazione non ha dubbi nelle motivazioni della sentenza che il 3 dicembre ha parzialmente accolto le richieste della Procura generale, disponendo l’appello bis per dieci imputati. “La prevenzione ‘regina’ per l’incolumità individuale e collettiva“, vale a dire “l’identificazione di Rigopiano come sito valanghivo“, dicono gli ermellini, “avrebbe dovuto attuarsi non a disastro naturalistico inverato” né “nel corso” e “nemmeno nell’imminenza della sua verificazione”. Avrebbe invece “dovuto procedere di molto l’evento” poiché “tale classificazione avrebbe comportato il divieto di accedervi oppure di utilizzare le strutture in esso presenti ovvero ne avrebbe imposto un uso disciplinato (limitato, per esempio, alle stagioni non invernali)”.

“Era tal conclusione possibile? – dice ancora la Cassazione – Tale conclusione era possibile e anche dovuta”. Otto anni fa la tragedia di Rigopiano. Una terribile valanga che quel 18 gennaio 2017 sulla montagna abruzzese travolse il resort di Farindola, lasciando senza vita sotto le macerie 29 persone. Circa 120mila tonnellate di neve distrussero il resort sul versante pescarese del Gran Sasso. Sopravvissero 11 persone delle 40 che si trovavano nella struttura, anche a causa dei ritardi nei soccorsi. Il 23 febbraio 2023 nel processo di primo grado vennero condannati 5 imputati, per altri 25 è arrivata invece l’assoluzione. Il 14 febbraio 2024 la sentenza d’appello: 22 assoluzioni e 8 condanne. La Cassazione, il 3 dicembre 2024, ha confermato 3 condanne e disposto un Appello bis per altri imputati.

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