La richiesta del boss al 41 bis Di Giacomo: “Una macchina da scrivere in cella”

L’ergastolano la vuole per redigere istanze e ricorsi “in maniera intellegibile”. No della Cassazione: “Può chiedere aiuto al suo avvocato”.

Palermo – Vuole una macchina da scrivere per poter redigere dalla sua cella, dove è recluso al 41 bis, reclami ed istanze. E’ questa l’inconsueta richiesta del boss ergastolano di Porta Nuova, Giovanni Di Giacomo, che compirà 70 anni il prossimo 18 luglio. A suo avviso, senza poter battere a macchina i documenti, ci sarebbe il rischio che la sua grafia risulti incomprensibile e di vedere leso, secondo lui, il suo diritto alla difesa. Richiesta bocciata dalla Cassazione.

I giudici hanno infatti respinto definitivamente, come già avevano fatto il magistrato di Sorveglianza di Viterbo a febbraio 2021 e tribunale di Sorveglianza di Roma, a giugno dell’anno scorso. Per la Suprema Corte non c’è alcuna lesione del diritto di difesa del detenuto al 41 bis, visto che può chiedere aiuto al suo avvocato, ma anche a una figura preposta a questo compito in carcere. Non solo: nessuno dei suoi ricorsi è risultato non comprensibile finora per via della sua scrittura.

Ecco perché l’istanza – perfettamente intellegibile, come tutte le altre, a dire dei giudici – è stata dichiarata inammissibile e il mafioso è stato così condannato a versare 3 mila euro alla Cassa delle ammende.

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