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La “perseveranza” paga: enorme operazione antimafia

Con l’operazione “perseverance” sono in esecuzione 27 misure cautelari reali, per complessivi 2,5 milioni di euro circa nelle province di Reggio Emilia, Ferrara, Fermo, Forlì, Lodi, Modena, Parma, Pisa, Perugia, Torino e Verona.

Reggio Emilia – In particolare, la Squadra Mobile reggiana, coordinata dalla DDA di Bologna, aveva tratto in arresto, in esecuzione di misure cautelari carcerarie, otto soggetti gravemente indiziati di associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fine, aggravati dal metodo mafioso, tra i quali, anche, estorsione, detenzione di armi e reati finanziari collegati ad una vorticosa attività di emissione, da parte del clan operante in Reggio Emilia, di fatture per operazioni inesistenti quantificate in 13.441.000 euro.

Per il reato di emissione di false fatture, con l’aggravante mafiosa, il GUP del tribunale di Bologna, con sentenza di primo grado, aveva già disposto la confisca di otto società cartiere (cioè deputate all’emissione di false fatture) ed aveva condannato, per reati fiscali aggravati dal metodo mafioso, sette soggetti; tra questi, anche due presunti appartenenti al sodalizio ‘ndranghetistico emiliano, allo stato condannati in primo grado, rispettivamente, ad anni 16 e 15 di reclusione per associazione di stampo mafioso, tentata estorsione, detenzione di armi e, appunto, emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Estorsione, armi e fatture false

Gli ulteriori cinque soggetti sono stati condannati a pene che variano da 4 anni ad 1 anno e sei mesi per il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti, aggravato dal metodo mafioso.

L’attività d’indagine, condotta dalla Squadra Mobile della Questura, aveva fatto emergere che il clan ‘ndranghetistico operante in Reggio Emilia aveva continuato, nella ipotesi di accusa, ad offrire, in via “professionale”, “servizi” di emissione di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, per consentire alle imprese beneficiarie l’abbattimento dei propri redditi imponibili.

27 misure cautelari

In relazione alla complessa attività di servizi finanziari illegali assicurati dal clan di ‘ndrangheta reggiano ad imprenditori, Squadra Mobile e Guardia di Finanza in codelega, hanno individuato gli utilizzatori delle fatture false e sviluppato i relativi accertamenti; si è proceduto, dapprima, a verificare l’annotazione delle false fatture nelle dichiarazioni fiscali ed a quantificare l’evaso in 3.711.271,00 euro, e, quindi, a deferire 77 soggetti indiziati di avere utilizzato, per abbattere il proprio carico fiscale, le fatture per operazioni inesistenti emesse dalla locale ‘ndranghetistica emiliana, proponendo il sequestro preventivo per equivalente del profitto assicurato agli utilizzatori dei servizi finanziari illegali. Per 27 indagati il GIP distrettuale ha ritenuto la sussistenza delle esigenze cautelari ed ha emesso i citati provvedimenti ablativi.

Si rappresenta che nel corso della medesima operazione la Squadra Mobile aveva già eseguito un sequestro preventivo per equivalente, emesso dal GIP del tribunale, della somma di € 717.214,36 a carico di due coniugi, entrambi condannati, in primo grado, ed attualmente detenuti per il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

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