Asp condanna quanto accaduto: “Violenza esecrabile contro chi svolge con professionalità il proprio servizio a tutela dei minori”.
Catania – Ennesima aggressione ai medici. L’ultimo episodio di una lunga serie è avvenuto nell’ospedale di Biancavilla, dove due donne hanno aggredito una dottoressa, tra i reparti di Pediatria e del Pronto
soccorso. Una di loro, una 25enne, è stata arrestata in flagranza di reato da carabinieri della locale stazione. La donna aveva anche colpito un infermiere e una guardia giurata che erano intervenuti per difendere il medico. Secondo quanto si è appreso l’aggressione sarebbe da collegare alle visite a cui la dottoressa aveva sottoposto due figli piccoli della donna poi arrestata da militari dell’Arma. Tutto sarebbe maturato in un contesto familiare che sarebbe all’attenzione del Tribunale per i minorenni di Catania.
La dottoressa aggredita, hanno confermato i vertici dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Catania, è un medico dell’Unità operativa complessa di Pediatria dell’ospedale di Biancavilla, sottolineando che “l’intervento della guardia giurata ha evitato conseguenze più gravi”. “L’aggressione subita dalla dottoressa e dagli operatori dell’ospedale – affermano in una nota i vertici dell’Asp etnea – è un atto gravissimo”. L’azienda sanitaria provinciale di Catania esprime “solidarietà e vicinanza ai colleghi”, annunciando che “saranno al loro fianco nelle sedi opportune per condannare questo atto vile e assolutamente
ingiustificabile“.
“Non è tollerabile – osserva l’Asp di Catania – entrare in ospedale con l’obiettivo di imporre con la forza e la violenza una presunta ragione. E ringraziamo i carabinieri per il loro tempestivo intervento”. L’Asp di Catania
auspica “un salto educativo e culturale” perché “nonostante le misure di sicurezza attivate e le numerose attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica constatiamo che la prevenzione non è mai abbastanza”. Lo scorso 3 gennaio un’altra aggressione aveva riguardato un pediatra del Policlinico universitario di Catania, dove un medico era stato colpito con un pugno al volto e poi con calci quando è caduto a terra. In quell’occasione è stato picchiato anche un altro pediatra che era intervenuto in sua difesa del collega. Gli aggressori, almeno tre, sarebbero poi fuggiti a bordo di alcuni scooter guidati da altre persone rimaste in attesa fuori dal Policlinico di Catania.
Nonostante l’intervento legislativo del governo le aggressioni continuano. A novembre c’era stato il via libera definitivo della Camera alle misure per contrastare la violenza sui professionisti sanitari e socio-sanitari nell’esercizio delle loro funzioni e il danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria. La norma prevede l’arresto obbligatorio in flagranza e, a determinate condizioni, l’arresto in flagranza differita per i delitti di lesioni personali commessi nei confronti di professionisti sanitari, sociosanitari e dei loro ausiliari, nonché per il reato di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria. Ebbene, l’intento deterrente del provvedimento contro alcuni pazienti facinorosi sembra non funzionare.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, dopo l’approvazione della legge in questione aveva anche annunciato: “provvederemo e daremo istruzioni affinché nei Pronto soccorso e in altri locali sanitari vengano affissi dei cartelli che informano sulla obbligatorietà dell’arresto per chi commette atti violenti“. Cartelli che potranno fungere da deterrente per gli aggressori. “Questi fenomeni traggono origine da un difetto di cultura e da una mancanza di sensibilità, – aveva aggiunto il Guardasigilli – ed è quindi illusorio pensare che le norme penali, da sole, li possano eliminare. Però li possono ridurre. Siamo profondamente convinti che questo sia uno dei casi in cui la deterrenza funzionerà”.
Intanto il Lombardia ha fatto il suo debutto lo smartwatch contro le violenze al personale sanitario. L’Asst Pavia è la prima azienda in regione a sperimentare lo strumento, a partire dal 2 gennaio 2025 nel Pronto soccorso dell’Ospedale di Vigevano. I nuovi dispositivi anti-aggressione – spiegano dall’azienda socio sanitaria territoriale pavese – sono progettati come braccialetti da indossare al polso, e combinano praticità e funzionalità avanzate per rispondere prontamente a situazioni di emergenza. Il personale del Pronto soccorso di Vigevano è già stato formato all’utilizzo di questi smartwatch e alle procedure operative connesse, garantendo la piena efficienza del sistema, si legge in una nota.
Ogni smartwatch è equipaggiato con una Sim multi-operatore, microfono e altoparlante per comunicazioni a due vie, e tasti frontali intuitivi: un tasto Sos di colore rosso per inviare richieste immediate di emergenza alla centrale operativa, e un tasto verde per rispondere a chiamate in entrata. Caratteristiche che consentono una comunicazione rapida ed efficace tra il personale e la centrale operativa, attiva 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. In caso di emergenza, la pressione del tasto Sos attiva un protocollo che prevede il contatto diretto con la centrale operativa, che verifica la situazione e, se necessario, allerta immediatamente le forze dell’ordine.