la rappresentazione raffigura tre scimmie con il volto colorato a tinte differenti: la scelta di questo animale quale soggetto di una comunicazione anti razzista è parsa ad ogni latitudine come una provocazione di pessimo gusto.
La Lega calcio è nella bufera per colpa di tre scimmie. Al punto che l’ad Luigi De Siervo è dovuto correre a scusarsi pubblicamente e, nonostante ciò, sembra rischiare ancora il licenziamento per giusta causa, per i danni di immagine provocati, specialmente all’estero.
La vicenda, che segue cronologicamente le dimissioni del presidente di Lega, Miccichè, a corollario all’inchiesta sull’irregolarità della sua elezione, conferma il periodo di massima confusione degli organi dirigenziali del calcio italiano. Tale episodio prende le mosse dalla decisione presentare ufficialmente alla stampa l’opera d’arte di Simone Fugazzotto, commissionata, invero già da parecchio tempo, dalla Lega Calcio (il trittico era stato infatti già esposto in occasione della finale di Coppa Italia, lo scorso maggio, ma siccome non se ne era accorto nessuno, De Siervo ha pensato bene di insistere, quasi a voler sfidare il destino). Come è noto, la rappresentazione raffigura tre scimmie con il volto colorato a tinte differenti: la scelta di questo animale quale soggetto di una comunicazione anti razzista è parsa ad ogni latitudine come una provocazione di pessimo gusto.
I risultati non si sono fatti attendere: prima le scomuniche ufficiali di Roma e Milan, con due tweet istituzionali che parlano di “sorpresa” e “totale disaccordo”, poi è arrivato ben di peggio. A cominciare dall’aggressiva campagna di alcuni media europei e americani, fino, soprattutto, ad arrivare, alle minacce degli ambienti pubblicitari di Stati Uniti e Qatar, che hanno ventilato l’ipotesi di stralciare gli accordi sottoscritti per la trasmissione delle partite della Lega Serie A nei loro Paesi (e parliamo di 500 milioni di dollari per quanto riguarda il solo contratto stipulato con il Qatar). Anche Sky Italia e TIM, legati a doppio filo con la Lega calcio, stanno ipotizzando misure punitive. Una montagna di soldi che rischiano di volatilizzarsi per tre scimmie, insomma. E una montagna di problemi per De Siervo.
In questa vicenda, che ha suscitato commenti di ogni genere, tutti sostanzialmente concordi nell’accusa, mi pare tuttavia che sia stato ignorata la questione centrale. Serviva davvero una pubblicità ufficiale contro il razzismo e se si, precisamente, a quale scopo? Qualcuno pensa ancora, alle soglie del 2020, che un trittico di quadri di arte contemporanea possa dissuadere chi ulula negli stadi dal compiere il suo gesto triviale? Magari farlo sentire in colpa? Siamo seri, l’errore sta proprio qui: pretendere di attribuire alla pubblicità una funzione rieducativa, al giorno d’oggi, è una tesi sgangherata, velleitaria e lontana anni luce dal mondo reale. Forse non è poi così male che possa condurre alla decapitazione ed al conseguente svecchiamento dei vertici di una Lega, che pare vivere, ogni giorno di più, su un altro pianeta. Il pianeta delle scimmie, appunto.