La criminalità sul voto a Bari, le intercettazioni: “Decaro non dà niente”

A parlare, due esponenti del clan Parisi che avrebbero contribuito alla elezione della consigliera Maria Carmen Lorusso in Comune.

Bari – “Decaro non dà niente…Sono quelli che stanno dando un sacco di soldi”. A parlare, registrati in
una intercettazione, sono due esponenti del clan Parisi che avrebbero contribuito alla elezione della consigliera Maria Carmen Lorusso al Comune di Bari, con lo schieramento del centrodestra nel 2019. L’indagine è quella che lo scorso 26 febbraio ha portato all’arresto di 130 persone tra cui la stessa Lorusso e suo marito Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale. Entrambi sono accusati di voto di scambio politico-mafioso perché si sarebbero procurati voti dai clan.

Nelle intercettazioni pubblicate da Repubblica si fa riferimento a una conversazione del 19 febbraio 2019 tra Michele De Tullio, esponente del clan Parisi, e Tommaso Lovreglio, nipote del boss Savino Parisi. I due dicono: “Decaro non dà niente…Sono quelli che stanno dando un sacco di soldi…Stanno andando tutti quelli di Bari Vecchia, perché stanno dando i soldi, hai capito?”. Nelle migliaia di pagine messe nero su bianco dagli inquirenti si legge che Lovreglio diceva a De Tullio: “Daglielo qualche voto a Di Rella”, facendo riferimento a Pasquale Di Rella che vinse qualche giorno dopo le primarie del centrodestra per la scelta del candidato che avrebbe sfidato il sindaco uscente Antonio Decaro.

Il Comune di Bari

Le indagini hanno anche accertato infiltrazioni mafiose nell’azienda di trasporto pubblico Amtab che è stata quindi messa sotto amministrazione giudiziaria. Tutto questo ha portato il Viminale ad annunciare l’invio nella città pugliese di una commissione che dovrà verificare eventuali infiltrazioni della criminalità e nel caso sciogliere il Consiglio comunale. A quanto si apprende, l’atto formale del ministero con la nomina dei componenti dovrebbe arrivare nelle prossime ore e l’organismo inizierà la sua attività all’inizio della prossima settimana.

Intanto nella nuova inchiesta sull’Amtab che la Dda di Bari ha avviato sulla base delle relazioni presentate al Tribunale dall’amministratore giudiziale Luca D’Amore, emerge un “problema di sostenibilità economica del servizio di trasporto pubblico locale e di costante sopravvalutazione dei ricavi previsti nel budget rispetto a quelli effettivamente realizzati”. Ma c’è, soprattutto, una “struttura dei costi che potrebbe essere cresciuta per effetto di spese non sempre inerenti e non sempre giustificate. E che – questo il sospetto – potrebbero essere servite a favorire in qualche modo gli appetiti della politica: appalti, ma anche promozioni, straordinari e trasferimenti del personale”.

Lo scenario ha scatenato la reazione del sindaco Antonio Decaro che ha ricordato di avere lui stesso denunciato i casi in cui ha saputo che qualcuno stava votando in cambio di denaro anche per liste a lui collegate. Si tratta di una mossa del centrodestra per “inquinare la campagna elettorale”, ha detto il primo cittadino. “É normale si proceda a un accesso a seguito di un’ordinanza del tribunale che prevede l’amministrazione giudiziaria per una società” replica la presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo secondo cui dal 2016 ad oggi sono stati 136 gli accessi nei Comuni.

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