La battaglia per non far archiviare l’inchiesta su Ustica: Bonfietti vuole incontrare Meloni

La presidente dell’associazione dei familiari delle vittime: “Governo pretenda piena collaborazione dai Paesi amici e alleati”.

Roma – La presidente dell’associazione dei familiari delle vittime di Ustica Daria Bonfietti ha chiesto un incontro alla presidente del Consiglio Giorgia Melloni “per sollecitare il Governo a essere davvero protagonista dell’impegno per la verità, prendendo atto della realtà: un aereo civile è stato abbattuto, è in gioco la nostra dignità nazionale”. Il Governo, dice Bonfietti “deve impegnarsi pretendendo piena collaborazione dai Paesi amici e alleati i cui aerei ‘razzolavano’ attorno al DC9 Itavia nella tragica notte
del 27 giugno 1980″ in cui morirono le 81 persone a bordo del volo. Domenica 9 marzo era stata fatta un’iniziativa davanti al museo della memoria a Bologna, dopo la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Roma.

Sulla strage di Ustica “il Governo è pronto a compiere tutti i passi necessari a fronte dell’emergere di nuovi elementi che permettano di tornare sulle conclusioni della magistratura e del Parlamento“. A dirlo è la sottosegretaria Sandra Savino, che a nome dell’Esecutivo ha risposto alla Camera all’interpellanza urgente
presentata dal deputato Pd Andrea De Maria, e firmata anche dalla segretaria dem Elly Schlein. La domanda dei democratici partiva proprio dalla richiesta di archiviazione della Procura di Roma in merito all’inchiesta su Ustica riaperta nel 2008. Nella sua risposta, Savino ricorda che “le indagini hanno comportato una rilevante e articolare attività di cooperazione giudiziaria internazionale” e che la “Francia ha accolto le richieste di rogatoria”.

Su Ustica, inoltre, tra il 2014 e il 2016 sono stati effettuati “quattro versamenti” di documentazione nell’Archivio centrale dello Stato. “La memoria di questa ferita aperta continua a sollecitare solidarietà e impegno comune da parte delle Istituzioni – ha assicurato la sottosegretaria- per rispondere a questo bisogno di verità e giustizia”. La risposta però per De Maria ha lasciato l’amaro in bocca. “Sono molto insoddisfatto – replica il deputato dem- abbiamo chiesto quali ulteriori azioni il Governo intende assumere verso Paesi amici, come Francia e Usa, che possono avere notizie utili per fare luce sulla strage di Ustica. Su questo non ci è stato detto niente. Il generico impegno assunto oggi si riferisce a ulteriori nuovi elementi, ma non so a quali elementi ci si riferisca. Temo di aver capito che non si intende assumere alcuna azione”.

De Maria ha rinnovato quindi l’appello al Governo di agire. La richiesta di archiviazione da parte della
Procura di Roma “ci preoccupa molto”,
afferma il deputato Pd, ricordando come la stessa magistratura comunque “conferma lo scenario di una battaglia nei cieli del Paese quella notte”, chiarendo però che “non ci sono state le condizioni per acquisire dai Paesi amici le informazioni necessarie”. Secondo De Maria, su Ustica “non possiamo rinunciare a cercare verità e giustizia. E’ un dovere morale verso i familiari e le vittime, ma anche per la dignità del nostro Paese. La notte di quel 27 giugno 1980 è stata violata la sovranità nazionale, fare luce è difendere l’onore dell’Italia”, conclude il deputato dem.

Il 9 marzo scorso circa duecento persone si sono ritrovate davanti al museo per la memoria di Ustica a Bologna, per la manifestazione, lanciata dalla presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della Strage del 27 giugno 1980, Daria Bonfietti, per chiedere che l’inchiesta non venga archiviata. L’ex ministro Carlo Giovanardi, proprio a commento della manifestazione è intervenuto: “Come ho più volte avuto modo di dichiarare in Parlamento come ministro della Repubblica, a nome del Governo italiano, sentenze penali, perizie tecniche e monitoraggio di tutti gli aerei in volo, hanno accertato senza ombra di dubbio che non c’è stata nessuna battaglia aerea la sera del 27 giugno 1980″.

“Avverto i 5 Stelle, che hanno manifestato a Bologna con l’On. Daria Bonfietti a favore di una delle 35 fantasiose ricostruzioni dell’accaduto, – continua Giovanardi, di Popolo e Libertà – che fu proprio Giuseppe Conte, all’epoca Presidente del Consiglio, a convocarmi ufficialmente a Palazzo Chigi per farmi intimare dal capo dei Servizi Gennaro Vecchione e dal capo di gabinetto Alessandro Goracci di tacere sugli atti ancora secretati sulle minacce palestinesi all’Italia”. “Al mattino del 27 giugno infatti da Beirut il colonnello
Giovannone avvertiva il governo
italiano che eravamo nell’imminenza di un attentato, chiedendo di evacuare l’Ambasciata, perché non si era riusciti a soddisfare le pressanti richieste di Arafat e Abu Abbas di scarcerare Abu Saleh, il referente dell’Olp a Bologna, arrestato l’anno prima per il trasporto di missili terra aria ad Ortona”.

E ancora, “per fortuna i Governi Draghi e Meloni hanno poi provveduto a desecretare quelle carte, ragione per cui l’ Associazione per la verità su Ustica, presieduta dalla signora bolognese Giuliana Cavazza, che
ha perso la madre nell’esplosione del DC 9, 
si è formalmente opposta, con una corposa memoria, ad ogni ipotesi di archiviazione, essendo ancora possibile, come hanno fatto gli inglesi per Lockerbie, perseguire mandanti e esecutori di quella terribile tragedia”, conclude.

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