La 13enne violentata a Catania riconosce il branco con il confronto all’americana

Entro 48 ore l’udienza di convalida dei fermi dei 7, di cui 3 minorenni. Uno di loro e il fidanzato hanno accelerato le indagini.

Catania – Ha guardato ancora una volta in faccia i due dei sette ragazzi del branco che l’hanno violentata davanti al fidanzato, bloccato, inerme e in lacrime. Con un confronto all’americana, davanti allo sguardo della 13enne vittima di stupro nei bagni pubblici di Villa Bellini a Catania, sono sfilati gli autori del crimine e lei li ha subito riconosciuti come colpevoli. Da martedì scorso, giorno da cancellare per la ragazzina, le indagini dei carabinieri sono andate velocissime.

In poche ore sono risaliti all’identità dei sette egiziani, e li hanno fermati per i gravi indizi che pendevano sulle loro spalle. Poi il confronto all’americana e la vittima ha riconosciuto due degli indagati che avrebbero agito sotto gli sguardi degli altri cinque. Dopo la violenza, la vittima è stata soccorsa da alcuni passanti: era a terra per il dolore e lo choc, con accanto il suo fidanzato anche lui in lacrime. A prestare i primi soccorsi sono stati dei passanti della trafficata via Etnea, e altri hanno chiamato i carabinieri che sono intervenuti e hanno avviato le indagini.

La giovane non può dimenticare quei momenti e quei due volti. “Vi imploro, vi supplico, non mi fate del male, lasciatemi andare…”, avrebbe detto ai due giovani egiziani che non hanno voluto ascoltarla. La sua disperazione non li ha dissuasi. La vittima non è riuscita invece a identificare gli altri 5 che avrebbero fatto parte del gruppo, affermando di non averli visti in viso e di non volere accusare degli innocenti. A contribuire all’identificazione di tutti, oltre a uno di loro che ha collaborato con gli inquirenti, sarebbe stato anche il fidanzato della 13enne costretto ad assistere allo stupro mentre veniva tenuto fermo.

Domani mattina nel palazzo di Giustizia di Catania si terrà l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Carlo Umberto Cannella, dei cinque maggiorenni fermati, su iniziativa della Procura distrettuale, indagati per violenza sessuale di gruppo aggravata. Il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Anna
Trinchillo hanno chiesto la convalida del provvedimento e l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro degli indagati e degli arresti domiciliari per il quinto che, durante le prime fasi delle indagini, ha collaborato all’identificazione del ‘branco’ che avrebbe partecipato alle violenze. 

Intanto, sul fronte delle indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Catania, si registra l’esito delle analisi condotte sugli indumenti della vittima dello stupro. Attraverso il Dna è stato possibile identificare le tracce biologiche di uno dei minori arrestati, mentre si attende ancora l’esito della comparazione su un altro degli arrestati.

La violenza sessuale è avvenuta il 30 gennaio a Villa Bellini, il più grande giardino pubblico di Catania. I sette indagati, secondo la ricostruzione della Procura distrettuale e di quella per i minorenni di Catania, erano “entrati in Italia da minorenni e, in forza della legislazione vigente, accolti in strutture; in ragione della minore età vige, infatti, il divieto di espulsione con la possibilità del rilascio da parte della Questura competente del permesso di soggiorno fino al compimento della maggiore età”. Nel giro di 48 ore, con il coordinamento delle Procure, si è chiuso il cerchio. È scattato il blitz che ha portato alla cattura dei sette, l’ultimo dei quali stava tentando la fuga.

“Al riguardo – spiegano le due Procure – è stato assolutamente rilevante l’aspetto delle investigazioni scientifiche. Personale specializzato del Comando Provinciale Carabinieri di Catania è infatti riuscito, attraverso un minuzioso studio delle tracce forensi a individuare in meno di 24 ore le tracce biologiche relative alla violenza tracce che, analizzate in pochissime ore dal Ris di Messina, hanno restituito un “match” positivo coincidente con quello del minore che avrebbe fisicamente violentato la 13enne“.

Sul caso è intervenuto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che espresso vicinanza alla vittima: “Un’altra giovanissima vittima di violenza sessuale – ha detto – voglio dirlo per esprimere la mia solidarietà a lei e alla sua famiglia, al fidanzato, per dirle che lo Stato ci sarà e che lo Stato garantirà che sarà fatta giustizia“.

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