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Kata, la procura indaga su quattro piste: dal traffico di droga allo scambio di persona

A un anno dalla scomparsa della piccola dall’hotel Astor a Firenze il procuratore capo parla di sviluppi “a breve” su un caso complesso.

Firenze – Era il 10 giugno di un anno fa quando Mia Kataleya Chicclo Alvarez, per tutti semplicemente Kata, è scomparsa dall’ex hotel Astor in via Maragliano, allora occupato abusivamente da decine di persone, tra cui la piccola e la sua famiglia. A tre giorni dal tragico anniversario della sparizione della bambina peruviana, il procuratore capo di Firenze lascia intravedere “prospettive di sviluppi a breve”. Quattro le piste principali.

“Crediamo che la scomparsa di Kata sia il frutto dell’attuazione di un piano ben organizzato e non di un’attività estemporanea”, ha sottolineato il procuratore Filippo Spiezia in una conferenza stampa per fare il punto sulla vicenda. Ha detto di aver incontrato di recente tutti gli investigatori, “con loro ci siamo dati un appuntamento in estate, per la fine di luglio, per fare un ulteriore punto sulla situazione e procedere a un primo consuntivo degli elementi raccolti”.

La piccola Kata

Poi focalizza l’attenzione sulle piste battute dagli investigatori evidenziando la “complessità delle indagini. La differenza rispetto alla fase iniziale – ha spiegato – è che il nostro lavoro è più selettivo rispetto alle ipotesi prese in considerazione. Le piste sono il traffico di droga, il racket delle stanze all’ex hotel Astor, lo scambio di persona, i possibili abusi a sfondo sessuale“. Il procuratore capo di Firenze ha poi confermato: “Allo stato attuale abbiamo ancora due indagati. Non è una novità, ma non vi sono elementi per poter archiviare e declinare le posizioni di questi soggetti”. E ancora, il magistrato ha puntato l’accento sulla complessità del caso, legato al “contesto molto particolare in cui si sono sviluppati i fatti, si tratta di comunità di peruviani e di soggetti di ‘area rumena’ che si sono caratterizzate per atteggiamenti anche non collaborativi”. 

Ci siamo mossi anche in un quadro un pò omertoso, che ha contribuito a rendere le nostre indagini molto complesse”, ha ribadito. Al tempo stesso si è rafforzata fra gli inquirenti la convinzione che la chiave della scomparsa di Kata sia la porzione dell’ex hotel Astor non coperta dalla sorveglianza degli occhi elettronici: “Abbiamo la conferma che la rete di videocamere che circonda l’hotel Astor effettivamente aveva un buco– ha evidenziato Spiezia- un’area non coperta dall’osservazione. Abbiamo ragione di ritenere che quello spazio è stato sfruttato da coloro che hanno organizzato la scomparsa della bambina. Questo è uno degli elementi che ci inducono a credere che si è trattato di un piano ben predisposto”.

Gli investigatori nella stanza della bimba

Alle 15.32 del 10 giugno 2023, Kata scende la scala esterna dell’hotel Astor. È questa l’ultima immagine della bimba peruviana che sembra sia scomparsa nel nulla. A distanza di un anno le ricerche non hanno sortito alcun esito: né buone né cattive notizie, nonostante l’impegno di tre magistrati della procura di Firenze e dei migliori reparti dell’Arma dei carabinieri. Alle indagini avevano partecipato, infatti, anche i cacciatori di Calabria, specializzati nella ricerca di latitanti e vittime di sequestri, avevano messo sottosopra ogni anfratto dell’immobile che nel settembre del 2022 era stato occupato da famiglie peruviane e romene.

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