“Offese sui social ai legali del marito di Francesca Deidda”, la replica dei penalisti

L’Osservatorio avvocati minacciati Ucpi insorge contro i “giustizialisti da tastiera”. La “nostra solidarietà ai colleghi che lo difendono”.

Roma – “Contro i giustizialisti da tastiera” la solidarietà dell’Osservatorio avvocati minacciati dei penalisti ai colleghi della Camera penale di Cagliari per gli insulti social ricevuti dai legali che assistono il marito di Francesca Deidda, la 42enne scomparsa a maggio e ritrovata morta nei giorni scorsi. “Sono di queste ultime ore le ennesime provocazioni e i messaggi di minaccia contro le avvocate e gli avvocati impegnati nella difesa di persone accusate di gravi delitti – sottolinea l’Osservatorio avvocati minacciati Ucpi – Sui social si insulta la collega, rea di avere svolto con professionalità e intelligenza il proprio mandato richiedendo l’attenuazione della misura cautelare del carcere in quella degli arresti domiciliari per il suo assistito accusato di aver ucciso la moglie”.

Francesca Deidda

“La Camera Penale di Cagliari, della quale l’avvocata fa parte, è tempestivamente intervenuta a tutela della iscritta e degli altri difensori, denunciando la gravità delle minacce – sottolinea – Va rimarcato come soprattutto le donne, in rete, si domandino come possa un avvocato, per di più di genere femminile, difendere una persona accusata di femminicidio. Con tali esternazioni si vuole così mandare un messaggio violento, in particolare diretto alle colleghe, come se fosse incompatibile con ‘l’essere donna’ il difendere chi è accusato di delitti commessi contro altre donne. Esternazioni figlie di una subcultura populista per la quale vi sono imputati che non meritano la difesa e per i quali la semplice accusa si identifica nella responsabilità”.

L’Osservatorio avvocati minacciati intende “qui manifestare la propria solidarietà e vicinanza alla collega aggredita per l’esercizio della sua legittima attività professionale. È assurdo e paradossale, in una società che si vuole evoluta e democratica, ritenere ‘poco etico’ che una donna possa difendere un uomo accusato di particolari reati; il ruolo e la dignità dell’avvocato non hanno mai connotazioni di genere”. “Presunzione di non colpevolezza e inviolabilità del diritto di difesa sono le precondizioni perché l’accertamento penale si svolga secondo le regole del giusto processo – conclude l’Osservatorio – Ai giustizialisti da tastiera e non, va dunque e con determinazione contrapposta la cultura dei diritti e delle garanzie, iscritta nella nostra Costituzione e della quale gli avvocati sono i primi interpreti”.

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