Insulta gli addetti del Cup e li minaccia con un cacciavite: in manette a Reggio Calabria

Nella colluttazione con il 53enne, gravato da precedenti, gli agenti sono rimasti feriti e hanno dovuto ricorrere alle cure.

Reggio Calabria – Ennesima aggressione al personale in un ospedale. stavolta al Morelli di Reggio Calabria. Un uomo di 53 anni, con precedenti e già sotto regime di libertà vigilata, ha dato in escandescenze contro il personale allo sportello del Cup ed è stato bloccato dalle forze dell’ordine.

Gli agenti delle Volanti, allertati tramite alcune segnalazioni, sono intervenuti sul posto, dove hanno trovato l’uomo, di corporatura robusta, che minacciava gli operatori dello sportello. Prima dell’arrivo dei poliziotti, le guardie giurate dell’ospedale e un agente fuori servizio, che si era identificato, hanno tentato di calmare la situazione. L’agente ha anche impedito all’uomo di estrarre un cacciavite nascosto nel borsello.

L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato con accuse di resistenza, minaccia, violenza e lesioni a pubblico ufficiale, oltre a essere denunciato per oltraggio, interruzione di pubblico servizio e porto abusivo di strumenti atti a offendere. Gli agenti coinvolti nell’operazione hanno riportato ferite a seguito della colluttazione e sono dovuti ricorrere a cure mediche.

Un problema, quello delle aggressioni al personale medico, che nonostante l’introduzione dell’arresto in flagranza, anche differita, per i colpevoli, non accennano a diminuire, come dimostrano i casi di Vallo della Lucania – dove un infermiere ed un autista di un’ambulanza sono stati selvaggiamente colpiti con un martello da una persona che avevano soccorso – e di Belluno – dove un’infermiera è stata minacciata con un coltello e quindi raggiunta da una serie di pugni sferrati da un tossicodipendente a cui era stata negata una dose di metadone.

“In entrambi i terribili episodi gli aggressori erano muniti di oggetti atti ad offendere ed il bilancio di questi ennesimi gesti scellerati poteva essere pesantissimo”, dichiara in una nota Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute.

“Secondo la relazione presentata a marzo 2024 in Parlamento dall’ Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie nel 2023 si sono registrati 16mila episodi di aggressioni su operatori. In un quadro così drammatico un ulteriore attacco verso i professionisti, seppure a parole, è arrivato da Foggia. Il Direttore generale dell’Ospedale Riuniti Giuseppe Pasqualone, commentando l’aggressione subita da alcuni sanitari da parte dei parenti di una giovane paziente deceduta aveva parlato di “difetto di comunicazione dei medici con la famiglia”. Parole che definire inopportune è poco e che sono quasi sembrate giustificare l’assurdo epilogo della vicenda che ha messo a serio rischio l’incolumità del personale in servizio. La misura ormai è più che colma. Servono quindi azioni incisive. Chiediamo che l’attivazione degli impianti di videosorveglianza nelle strutture, prevista nel Decreto-legge 137/2024, venga accelerata al massimo considerando che filmati ed immagini fotografiche possono avere valenza di prova nei confronti degli aggressori. E che, in accordo con il Ministero degli Interni, tornino ad essere operativi i posti fissi di pubblica di sicurezza in tutti gli ospedali, nessuno escluso, che dovranno essere aperti 24 ore su 24. Per mettere in sicurezza gli operatori c’è anche bisogno di una vera e propria rivoluzione culturale che riesca a proporre ai cittadini l’esatta percezione del ruolo sociale svolto al servizio dell’intera nazione” conclude il sindacalista.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa