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Indagine Censis, in calo gli avvocati -1,3% ma le donne in toga ‘risalgono’

I dati emergono dall’VIII Rapporto sull’avvocatura, realizzato dal Censis per la Cassa Forense. Il 58,7% dei legali guarda all’IA con interesse.

Roma – Nel 2023 si registra una lieve diminuzione dei professionisti iscritti alla Cassa Forense (-1,3%), ma le donne avvocato tornano al livello di dieci anni fa con il 47,1%. Il 54,2% degli avvocati definisce molto o
abbastanza critica la propria condizione lavorativa, ma i redditi medi annui fra il 2021 e il 2022 crescono del 5,3%. Per il 58,7% degli avvocati, l’intelligenza artificiale non è una minaccia ma un’opportunità. Questi alcuni dei dati che emergono dall’VIII Rapporto sull’avvocatura, realizzato dal Censis per la Cassa Forense.

In particolare, la quota delle donne avvocato sul totale torna, nel 2023, a 47,1%, riportando la distribuzione fra uomini e donne avvocato a quella che era nel 2014. Sale a 48,3 anni l’età media degli avvocati, dato lontano dalla media della popolazione italiana che è pari a 46,6 anni; nello stesso tempo, il tasso di dipendenza (cioè, il numero di avvocati attivi per ogni pensionato) è sceso a 6,7 (era 7,7 nel 2019) mentre il
numero dei pensionati è cresciuto nel 2023 del 4,5%. Il 2023 ha registrato 8.043 cancellazioni fra gli iscritti a Cassa Forense; 6.393 le nuove iscrizioni, ma il saldo è negativo per 1.650 unità.

Inoltre, sono state 5.408 le cancellazioni da parte di donne avvocato, la metà circa con un’anzianità professionale inferiore ai 10 anni. Il 54,2% degli avvocati, con una leggera diminuzione rispetto al 2023, definisce abbastanza critica o molto critica la propria condizione professionale (al Sud il dato è intorno al 60%). Per il 50,2% degli avvocati le prospettive 2024-2025 restano stabili, ma per il 27,9% non saranno positive. Non a caso, il 34,6% lascerebbe la professione prevalentemente a causa dei costi eccessivi e del basso ritorno economico. I redditi medi annui fra il 2021 e il 2022 crescono del 5,3% e in parte riescono a conservare il potere d’acquisto della categoria, esposto come altre agli effetti dell’inflazione.

Sempre fra il 2021 e il 2022 si è consolidato il rimbalzo della ripresa che ha avuto avvio alla fine del 2021: al Sud, fra i giovani e fra le donne avvocato si riscontra un tasso di crescita dei redditi annui superiore alla media (rispettivamente: +8,1% fra le donne 30-34enni e +11,6% fra le 35-39enni, in confronto al +7,5% del
Sud e al +9,5% della Calabria. Nell’ambito dell’assetto normativo della professione, gli avvocati sollecitano: una regolamentazione della figura dei collaboratori di studio, senza però trasformare il professionista in un lavoratore subordinato (è d’accordo il 48,7% degli avvocati); una revisione delle incompatibilità con qualsiasi attività di lavoro subordinato, anche se con orario di lavoro limitato (il 34,9% è d’accordo); l’estensione dell’esclusività dell’attività dell’avvocato in tutti quegli ambiti in cui può sorgere un contenzioso (per il
46,4%). La quota dell’attività stragiudiziale sul totale del fatturato dei professionisti è in media pari al 40,7%.

Il Rapporto Censis per la Cassa Forense, è stato presentato da Andrea Toma, Responsabile dell’Area Economia, Lavoro e Territorio del Censis, e discusso da Marisa Annunziata, Consigliere Amministrazione di Cassa Forense, Francesco Greco, Presidente di Cnf, Anna Rossomando, vicepresidente del Senato, Francesco Paolo Sisto, sottosegretario alla Giustizia, Valter Militi, Presidente di Cnf. 

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