Avvisi di garanzia agli agenti che hanno ingaggiato il conflitto a fuoco in cui è morto Michele Mastropietro, sospettato della morte del brigadiere capo Carlo Legrottaglie: “Atto dovuto in vista dell’autopsia”.
Taranto – Sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo i due agenti di Polizia protagonisti del conflitto a fuoco avvenuto giovedì scorso nelle campagne tra Grottaglie e San Giorgio Jonico, nel corso del quale è rimasto ucciso Michele Mastropietro, 59 anni, con numerosi precedenti penali e ricercato in relazione all’uccisione del brigadiere capo Carlo Legrottaglie. La notizia giunge il giorno in cui lo Stato, la famiglia e tanti cittadini si sono riuniti a Francavilla Martina per dare l’ultimo commosso saluto al carabiniere caduto, presente anche il presidente Mattarella.
“Atto dovuto per procedere all’autopsia”
A confermare l’indagine sono fonti inquirenti, secondo cui l’iscrizione dei due agenti – entrambi cinquantenni in servizio al commissariato di Grottaglie – è un atto dovuto per consentire lo svolgimento dell’autopsia sul corpo di Mastropietro, che sarà disposta martedì mattina dal PM Francesco Ciardo.
L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo connesso all’eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi.
La dinamica: il secondo scontro a fuoco
Secondo quanto finora ricostruito, dopo l’uccisione del brigadiere Legrottaglie, avvenuta a Francavilla Fontana, Mastropietro e il suo complice Camillo Giannattasio (57 anni, incensurato di San Giorgio Jonico) si erano dati alla fuga. Durante le ricerche, i due agenti hanno intercettato Mastropietro, già ferito, e nel tentativo di fermarlo si è verificato un nuovo conflitto a fuoco, nel quale l’uomo è rimasto ucciso.
Avvisi di garanzia agli agenti
Ai due poliziotti è stato notificato l’avviso di garanzia, atto necessario per garantire le tutele difensive e per accertare con precisione la dinamica dei fatti. Tra le parti offese indicate dalla Procura figurano la moglie, tre fratelli e i tre figli minorenni di Mastropietro.
La difesa: «Agenti che hanno rischiato la vita»
«Da un punto di vista giuridico si tratta di un atto doveroso – ha dichiarato l’avvocato Antonio Maria La Scala, uno dei legali dei poliziotti indagati – finalizzato ad accertare le reali cause e dinamiche di quanto accaduto».
«Sotto un profilo umano – ha aggiunto – da cittadino, sono dispiaciuto che due agenti che hanno rischiato la vita in un conflitto a fuoco siano ora a loro volta indagati».