Incidenti sul lavoro, Inail: in 9 mesi 433.002 denunce, 776 casi mortali

In aumento del 22% le malattie professionali protocollate, pari a 65.333, ossia 11.778 in più rispetto allo stesso periodo del 2023.

Roma – Le denunce di infortunio presentate all’Inail nei primi nove mesi del 2024 sono state 433.002 (+0,5% rispetto allo stesso periodo del 2023 e -19,2% rispetto allo stesso periodo del 2022), con un aumento dei soli incidenti avvenuti in itinere, ovvero nel tragitto casa-lavoro. I casi mortali sono stati 776 (+2,0% rispetto ai nove mesi del 2023). Lo indicano gli open data dell’Istituto, segnalando che l’incidenza sul totale degli occupati Istat (dati provvisori) è in calo rispetto al 2019 sia per gli infortuni (-11,1%) sia per i decessi (-4,1%), mentre rispetto al 2023 è -0,8% per i primi e +0,9% per i secondi. In aumento del 22% le patologie di origine professionale denunciate, pari a 65.333. 

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate nei primi nove mesi del 2024 sono state 776, 15 in più rispetto alle 761 registrate nel pari periodo del 2023, 14 in meno rispetto al 2022, 134 in meno sul 2021, 151 in meno sul 2020 e quattro in meno sul 2019. Rapportando il numero dei casi mortali agli occupati Istat nei vari periodi (dati provvisori), si nota come l’incidenza scenda da 3,38 decessi denunciati ogni 100mila occupati Istat del 2019 a 3,24 del 2024 (-4,1%), mentre aumenta dello 0,9% rispetto al 2023 (da 3,21 a 3,24).

A livello nazionale i dati rilevati a settembre di ciascun anno evidenziano per i primi nove mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 593 a 567 e un aumento di quelli in itinere, da 168 a 209. L’aumento ha riguardato la gestione Industria e servizi, che passa da 651 a 663 denunce mortali, e l’Agricoltura (da 85 a 93), mentre il Conto Stato scende da 25 a 20 casi. Tra i settori con più decessi avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano le Costruzioni con 106 casi (contro i 92 del 2023), il comparto manifatturiero con 71 decessi denunciati (64 nel 2023), il Trasporto e magazzinaggio con 66 (79 nel 2023), il Commercio con 39 (46 nel 2023) e il Noleggio e servizi di supporto alle imprese con 27 (29 nel 2023).

Dall’analisi territoriale emergono incrementi nel Nord-Ovest (da 202 a 219 denunce), al Centro (da 138 a 151) e nelle Isole (da 66 a 79), e cali nel Nord-Est (da 166 a 162) e al Sud (da 189 a 165). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano la Lombardia (+20), il Lazio (+17) e l’Emilia Romagna (+14), mentre per i cali più evidenti il Veneto (-19), la Campania (-13) e l’Abruzzo (-9). L’incremento rilevato nel confronto dei periodi gennaio-settembre 2023 e 2024 è legato sia alla componente maschile, le cui denunce mortali sono passate da 707 a 713, sia a quella femminile, da 54 a 63. Diminuiscono le denunce dei lavoratori italiani (da 618 a 605) e aumentano quelle degli extracomunitari (da 106 a 127) e dei comunitari (da 37 a 44).

L’analisi per classi di età evidenzia incrementi delle denunce tra gli under 15 (da 1 a 2 casi), tra i 20-24enni (da 37 a 40), tra i 35-39enni (da 46 a 55), tra i 45-54enni (da 188 a 207) e tra gli over 59 (da 177 a 191) e riduzioni tra i 15-19enni (da 15 a 9), tra i 25-34enni (da 81 a 72), tra i 40-44enni (da 69 a 55) e tra i 55-59enni (da 147 a 143). Al 30 settembre di quest’anno risultano sei denunce di incidenti plurimi, per un totale di 23 decessi, sei dei quali stradali. Nei primi nove mesi del 2023 risultavano 12 denunce di incidenti plurimi per un totale di 31 decessi, 17 dei quali con mezzo di trasporto coinvolto (stradali, ferroviari, ecc.).

E ancora, le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi nove mesi del 2024 sono state 65.333, 11.778 in più rispetto allo stesso periodo del 2023 (+22,0%). L’aumento è del 48,7% rispetto al 2022, del 61,4% sul 2021, del 106,1% sul 2020 e del 44,7% sul 2019. I dati rilevati a settembre di ciascun anno mostrano incrementi delle patologie denunciate nelle gestioni Industria e servizi (+22,2%, da 44.332 a 54.177 casi), Agricoltura (+21,6%, da 8.732 a 10.621) e Conto Stato (+9,0%, da 491 a 535). L’aumento interessa il Sud (+31,2%), le Isole (+27,0%), il Centro (+20,8%), il Nord-Ovest (+14,9%) e il Nord-Est (+13,5%).

In ottica di genere si rilevano 8.947 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 39.372 a 48.319 (+22,7%), e 2.831 in più per le lavoratrici, da 14.183 a 17.014 (+20,0%). L’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 49.216 a 59.752 (+21,4%), sia quelle dei comunitari, da 1.337 a 1.736 (+29,8%) e degli extracomunitari, da 3.002 a 3.845 (+28,1%). Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi nove mesi del 2024, le prime tre tipologie di malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.

Infine, gli infortuni sul lavoro: a settembre di quest’anno il numero delle denunce ha segnato un -0,5% nella gestione Industria e servizi (dai 347.259 casi del 2023 ai 345.400 del 2024), un -0,9% in Agricoltura (da 19.544 a 19.374) e un +6,6% nel Conto Stato (da 64.026 a 68.228), che risente anche dell’aumento delle denunce dovuto all’estensione della tutela Inail nelle scuole dal settembre 2023. Tra i settori con i maggiori incrementi dei casi avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano l’Istruzione (+46,9%), la Sanità e assistenza sociale (+25,1%), la Riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature (+18,8%), la Fornitura di acqua-reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento (+16,2%), il Noleggio e servizi di supporto alle imprese (+14,8%), le Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+13,2%) e le Costruzioni (+11,6%).

L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce nelle Isole (+2,3%), seguite da Centro (+1,2%), Nord-Ovest (+0,6%), Nord-Est (+0,1%), e un calo al Sud (-0,7%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano le province autonome di Trento (+14,8%) e Bolzano (+4,5%), l’Umbria (+3,9%), la Sicilia (+3,1%) e la Calabria (+2,6%), mentre per i decrementi la Basilicata (-5,4%), l’Abruzzo (-4,2%), l’Emilia Romagna (-1,8%) e la Valle d’Aosta (-1,6%).

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