gioia e ginevra

Gioia e Ginevra morte nello schianto contro un tir, condannati la madre e il camionista

Sette anni e mezzo dopo lo schianto del 2017, arriva la sentenza per la morte delle due giovanissime pattinatrici. La donna era alla guida del veicolo che si incastrò sotto il camion: sopravvisse, ma perse figlia, nipote e sorella.

Torino – Due anni di reclusione per Monica Lorenzatti, 58 anni, di Villarbasse (Torino), e per Alberto Marchetti, 66 anni, autista del tir coinvolto nel tragico incidente del 27 ottobre 2017 sull’autostrada A22. La sentenza, emessa ieri dal tribunale di Trento, chiude il processo di primo grado per la morte di Gioia Virginia Casciani, 9 anni, e Ginevra Barra Bajetto, 17 anni, giovani promesse del pattinaggio artistico, e di Graziella Lorenzatti, sorella gemella di Monica, deceduta 20 mesi dopo lo schianto. Le due cugine persero la vita sul colpo, tornando da una gara a Merano vinta da Gioia, quando la Ford Focus guidata da Monica tamponò violentemente il camion di Marchetti all’altezza di Trento Sud, incastrandosi sotto le lamiere.

Monica, unica sopravvissuta nonostante le ferite, ha vissuto un calvario doppio: vittima di un lutto devastante e imputata per omicidio stradale. Anche Marchetti, accusato di aver frenato bruscamente, è stato condannato alla stessa pena. Entrambi dovranno pagare le spese processuali, con la patente di Monica sospesa per due anni. Ma la sentenza non placa le polemiche: i legali annunciano appello, convinti dell’innocenza dei loro assistiti.

Una giornata di gloria spezzata

Era un pomeriggio di festa, quel 27 ottobre 2017. Gioia Virginia Casciani, talento emergente del pattinaggio artistico, aveva appena trionfato nella sua categoria alla “Coppa dell’Amicizia” di Merano. Con lei, la cugina Ginevra Barra Bajetto, 17enne già nel giro della nazionale italiana, e le loro madri, le gemelle Monica e Graziella Lorenzatti. Le quattro stavano rientrando a Villarbasse, un piccolo comune torinese, quando, poco dopo il casello di Trento Sud, la tragedia: la Ford Focus si incastrò sotto il tir di Marchetti. Gioia e Ginevra morirono all’istante. Graziella, gravemente ferita, entrò in coma e si spense nel giugno 2019. Monica, alla guida, sopravvisse, ma perse figlia, nipote e sorella.

Il processo: sette anni di dolore e verità contese

Il procedimento, durato sette anni e mezzo, ha visto Monica Lorenzatti accusata di omicidio stradale plurimo e lesioni gravissime, poi riformulate dopo la morte di Graziella. Marchetti, inizialmente escluso dall’indagine dalla procura, fu rinviato a giudizio su pressione delle parti civili, che contestavano una frenata improvvisa del camion. La difesa di Monica, guidata dall’avvocato Claudio Tasin, ha sempre puntato il dito sul conducente del tir: “Abbiamo lavorato per dimostrare la non colpevolezza della nostra assistita. La tragedia è stata causata da un evento imprevedibile,” ha dichiarato Tasin dopo la sentenza.

Il giudice ha condannato entrambi a due anni (pena sospesa), riconoscendo una responsabilità condivisa. Le parti civili—11 familiari, tra cui i nonni, la sorella di Gioia e vari zii—avevano già ricevuto 1,45 milioni di euro di risarcimento. Ieri sono stati aggiunti 325mila euro: 250mila a Monica, in quanto vittima oltre che imputata, e 15mila per ogni cugino e zio.

Reazioni e ricorsi

La sentenza lascia l’amaro in bocca. “Siamo convinti che Monica non abbia colpe,” insiste Tasin, annunciando appello. Sul fronte di Marchetti, il suo legale, Giulio Garuti, parla di una pena “severa” ma sottolinea la “riqualificazione positiva” dell’accusa, non legata agli stop del camion. L’ex autista, ora in pensione, sarebbe “distrutto” dal peso della vicenda, segnato da incubi ricorrenti.

A Villarbasse, la comunità piange ancora le giovani pattinatrici. Gioia, figlia di Antonio Casciani, ex calciatore della primavera del Torino, e Ginevra, studentessa modello con sogni olimpici, erano il cuore di una famiglia unita dal ghiaccio e dalla tragedia. Monica, straziata, aveva dichiarato nel 2019: “La mia pena è iniziata quel giorno. Non riporterò mai indietro mia figlia.”

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