Inchiesta su stadio San Luca, arrestati dai carabinieri ex sindaco e assessore

I 2 vecchi amministratori ai domiciliari. I reati contestati vanno dalla turbata libertà degli incanti al falso ideologico in atti pubblici.

Reggio Calabria – I carabinieri del Comando provinciale hanno arrestato e posto ai domiciliari l’ex sindaco di San Luca, Bruno Bartolo e un ex assessore alle opere pubbliche, urbanistica e cooperazione. Ad altre quattro persone, dirigenti della società di calcio Asd San Luca 1961, sono stati notificati degli obblighi di dimora. I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Locri su richiesta della locale Procura. I militari, nell’ambito di un’inchiesta sulla gestione dell’impianto sportivo, hanno anche sottoposto misura interdittiva la società calcistica e a sequestro preventivo lo stadio comunale “Corrado Alvaro’ di San Luca.

Gli indagati devono rispondere di reati che vanno dalla turbata libertà degli incanti al falso ideologico in atti pubblici, oltre all’apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo per l’ex sindaco. Le contestazioni riguardano due episodi principali: Assegnazione di spazi pubblici presso l’area mercatale del Santuario di Polsi, in cui autorizzazioni illegittime sono state concesse a soggetti contigui alla criminalità organizzata sanluchese. Concessione dello stadio comunale “C. Alvaro” alla società calcistica A.S.D. San Luca 1961, eludendo le procedure previste dalla legge per favorire la società nonostante gravi inadempienze contrattuali pregresse.

Gli approfondimenti investigativi, avviati nel settembre 2022 durante controlli presso la “Fiera della Montagna” al Santuario di Polsi, hanno svelato collusioni tra amministratori locali e soggetti legati alla criminalità organizzata. Documentazioni false e bandi volutamente incompleti hanno permesso concessioni abusive a favore di soggetti già colpiti da misure antimafia o condanne definitive. Parallelamente, intercettazioni ambientali e analisi documentali hanno ricostruito un accordo fraudolento tra gli amministratori comunali e i dirigenti della società calcistica per ottenere l’affidamento dello stadio a condizioni vantaggiose, violando i principi di trasparenza amministrativa e concorrenza.

L’operazione ha portato al sequestro preventivo dello stadio comunale, alla revoca della concessione alla società calcistica e all’applicazione di misure cautelari personali per gli indagati. L’ordinanza cautelare ha riconosciuto la gravità indiziaria rispetto alle accuse. Tuttavia, il procedimento si trova ancora nella fase preliminare e, in ossequio al principio di presunzione di innocenza, gli indagati saranno considerati non colpevoli fino a una sentenza definitiva.

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