Inchiesta in Liguria, Toti accusato anche di falso per la gestione discariche di Savona

Per la vicenda è indagato per corruzione l’imprenditore campano Pietro Colucci. Davanti al gip il governatore non ha risposto.

Genova – Non bastano le accuse di corruzione: per il governatore ligure Giovanni Toti è indagato anche per falso. L’accusa emerge dalle carte dell’inchiesta che ha terremotato la Regione Liguria portando ai domiciliari il governatore. L’ipotesi di reato è legata alla gestione delle discariche in provincia di Savona. Per quella vicenda è indagato per corruzione Pietro Colucci, imprenditore campano che gestisce una galassia di imprese che si occupano di rifiuti.

Toti ieri è stato condotto davanti al gip genovese Paola Faggioni per l’interrogatorio di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta corruzione in Liguria. Il governatore si è avvalso della facoltà di non rispondere e dopo circa mezz’ora ha lasciato il Palazzo di Giustizia di Genova per fare ritorno ad Ameglia, nello Spezzino, dove è agli arresti domiciliari. Il suo avvocato difensore, Stefano Savi, ha fatto sapere che chiederà la revoca del provvedimento.

Nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, Giovanni Toti si è avvalso della facoltà di non rispondere

Gli inquirenti hanno chiesto il sequestro preventivo di 120 mila euro che, secondo l’accusa, Esselunga avrebbe pagato per la pubblicità sulla Terrazza Colombo di Genova come “finanziamento illecito” alla lista elettorale di Toti, in cambio dello sblocco di due pratiche pendenti in regione per l’apertura di altrettanti punti vendita. Per questa vicenda, oltre al governatore, sono indagati il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, ex sindaco di Portovenere, e il consigliere di amministrazione di Esselunga, Francesco Moncada.

Intanto sul versante spezzino è stato interrogato in procura alla Spezia Saverio Cecchi, presidente (autosospeso) di Confindustria nautica, anch’egli indagato per corruzione. Cecchi e il direttore commerciale del Salone Nautico, Alessandro Campagna sono stati entrambi colpiti da una misura cautelare interdittiva che vieta loro di esercitare le rispettive attività. I magistrati spezzini indagano sul forte aumento di fondi pubblici a disposizione del Salone Nautico a partire dall’edizione 2022. Negli anni precedenti, infatti, la società organizzatrice I Saloni Nautici, di cui Cecchi è legale rappresentante, aveva ottenuto la somma di 400mila euro, totalmente a carico della Regione. Pochi mesi prima delle elezioni, invece, la giunta approvava una delibera che attingeva a finanziamenti europei per portare la somma complessiva a 730mila euro.

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