Disordini in corso all’Istituto Penale per i Minorenni. Non è la prima rivolta, già mesi fa c’era stata una maxi rivolta con tentativi di evasione.
Milano – Disordini in corso all’Istituto Penale per i Minorenni Beccaria, dove alcuni detenuti hanno dato alle fiamme materassi e suppellettili al secondo piano dell’istituto per i minori. Dalle prime informazioni, tutto sarebbe nato perché due detenuti si sarebbero opposti al trasferimento in un altro Ipm a Catania e avrebbero incitato gli altri a dare fuoco a materassi e oggetti a loro disposizione. Sul posto sono intervenuti sette mezzi del comando dei vigili del fuoco di Milano. Sarebbero 5 gli intossicati a seguito dell’incendio che si è sviluppato al secondo piano del carcere minorile Beccaria. Secondo il primo bilancio dei vigili del fuoco si tratta di due detenuti, due agenti penitenziari e un medico le cui condizioni vengono al momento valutate sul posto dal 118 dopo aver respirato i fumi.
Al momento l’incendio sarebbe sotto controllo e i vigili del fuoco stanno completando la bonifica dell’area. Sul posto, oltre ai mezzi dei soccorsi e del 118 anche i carabinieri. Secondo le prime informazioni, le fiamme interesserebbero il secondo piano dell’istituto di pena dove un gruppo di giovani detenuti avrebbe dato fuoco a lenzuola e materassi asserragliandosi poi in un’ala del penitenziario. Lo scorso 13 marzo, sempre al Beccaria, cinque persone, quattro detenuti minorenni e un agente della polizia penitenziaria, erano rimasti lievemente feriti in un altro rogo, di natura dolosa, appiccato da alcuni detenuti.

Anche a settembre scorso una maxi rivolta era scoppiata nel carcere minorile milanese: anche in quell’occasione i detenuti avevano incendiato diversi locali e, approfittando della confusione, avevano tentato una fuga di massa, riuscendo a raggiungere la portineria. Le forze della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria, equipaggiate per affrontare sommosse, avevano circondato l’intero complesso e bloccato le strade circostanti per tutta la notte. Nel tentativo di evasione c’erano stati scontri in cui erano rimasti feriti in otto tra detenuti e agenti. Ma ancora prima, nell’estate rovente delle carceri, da Biella al carcere minorile Beccaria di Milano, gli istituti di pena sono andati in fiamme, tra la violenza e la disperazione dei reclusi e la paura degli agenti penitenziari.
A gennaio il 2025 è poi ricominciato all’insegna della violenza: aggressioni e tensioni tra le mura del Beccaria, non nuovo a casi ormai noti alla cronaca. A inizio anno due agenti della polizia penitenziaria sono stati picchiati dai detenuti: a dare la notizia è stato il Sindacato autonomo polizia penitenziaria. “Durante la cena, due reclusi si stavano scambiando un giubbotto. A quel punto l’agente gli ha detto di doverlo controllare”, raccontò il segretario regionale Sappe Alfonso Greco. “A quel punto, uno dei due detenuti l’ha aggredito e picchiato, dandogli pugni sul petto e spezzandogli il bastone della scopa sul polso. Un altro agente è intervenuto ma entrambi sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso cittadino dove sono stati dimessi, il più grave con una prognosi di 22 giorni per frattura al polso”.

Pungente la conclusione del sindacalista: “Ai colleghi feriti va la nostra vicinanza e solidarietà. Adesso vediamo se c’è ancora qualcuno che ci racconta la favoletta che nelle carceri minorili sono detenuti solo ‘bravi ragazzi che sono solo sfortunati’ e non invece delinquenti conclamati e criminali in erba, che non alcun rispetto delle leggi dello Stato”. Per Donato Capece, segretario generale Sappe, “da quando la politica ha deciso anni fa, con una decisione assurda, che anche i maggiorenni fino a 25 anni possono essere ristretti nelle carceri minorili, sono aumentati di numero gli eventi critici in carcere. Rinnoviamo la richiesta di un cambiamento delle politiche di gestione e di trattamento, adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti”.