Operazione dei carabinieri del provinciale di Agrigento: 4 in carcere, 2 ai domiciliari, 3 con obbligo di dimora e una presentazione a pg.
Agrigento – I carabinieri del Comando provinciale e dello Squadrone Eliportato Cacciatori Sicilia hanno eseguito misure cautelari nei confronti di 10 indagati (di cui 4 in carcere, 2 ai domiciliari, 3 con obbligo di dimora e 1 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), accusati di incendio doloso ai danni della ditta Omnia srl di Licata. L’incendio, appiccato il 20 gennaio, ha distrutto un centro di stoccaggio già sotto sequestro da due anni, generando una nube tossica che ha obbligato il sindaco a chiudere scuole, cimiteri e ville per quasi un mese.
Già lo scorso 16 ottobre, erano state arrestate tre persone, due delle quali accusate di aver concorso nell’incendio che, secondo le misurazioni effettuate dall’ARPA Sicilia, ha provocato una grave compromissione dell’aria, con la diffusione di sostanze altamente tossiche a livelli molto superiori a quelli tollerati dalle normative internazionali sull’inquinamento atmosferico. Le indagini, condotte dai carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo e coordinate dalla Procura di Agrigento, si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali per circa 10 mesi, rivelando un quadro di micro e macrocriminalità.
La pericolosità degli indagati emersa dalle indagini è confermata dal possesso di armi da fuoco, da episodi di violenza e intimidazione verso le vittime, e da reati contro il patrimonio, compreso un tentato omicidio con una spranga di ferro ai danni di un cittadino extracomunitario, avvenuto senza un apparente motivo.