Incendio Venere degli stracci napoli

In fiamme la Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto

Alle 5.30 l’installazione è stata interessata da un rogo. Al vaglio l’ipotesi di incendio doloso.

NAPOLI – È andata in fumo la Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto. L’opera d’arte, inaugurata lo scorso 28 giugno, è stata avvolta dalle fiamme alle 5.30.

L’incendio, sulle cui cause sono in corso accertamenti, si è sviluppato in piazza Municipio nel cuore della città partenopea. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco dopo una chiamata da parte di alcuni cittadini che, transitando nella zona, hanno scorto il fumo e le fiamme che avevano avvolto la Venere degli stracci.

L’incendio, che ha mandato in fumo gli abiti dell’installazione e sciolto la statua, ha provocato una densa colonna di fumo visibile da diverse parti della città.

Il rogo che ha interessato la Venere degli stracci
Il rogo che ha interessato la Venere degli stracci

L’installazione di uno dei più importanti artisti di arte povera rappresentava una Venere gigante davanti a una montagna di vestiti usati, simbolo del contrasto tra la caducità della vita e della bellezza.

Anche se il pensiero di Pistoletto vola verso l’inquinamento globale e la mole di pezzi di stoffa che riaffiorano sulle spiagge del Sud del mondo per il consumismo dell’Occidente.

E non solo. Perché la Venere degli stracci era la rappresentazione di un continuo movimento in bilico tra la  vestizione e la svestizione, tale da generare un dilemma globale fatto di accumulo dei rifiuti e di bellezza.

L'installazione di Michelangelo Pistoletto in piazza Municipio
L’installazione di Michelangelo Pistoletto in piazza Municipio

Per l’occasione Pistoletto aveva realizzato una riproduzione in una versione più grande, quasi ciclopica. Con un pensiero rivolto al mondo del futuro che per l’artista deve essere costruito “in modo orizzontale e circolare”. Da qui l’invito a “guardarsi attorno, voltarsi indietro, vedere in modo globale”.

Quando l’opera d’arte è stata inaugurata, l’artista aveva rinnovato il legame con Napoli e aveva deciso di riattivare la riflessione sull’inquinamento e la bellezza, sui materiali e i consumi. E lo aveva fatto in piazza Municipio che per poco tempo era stata il fulcro della città, perché luogo di relazioni e dialogo quotidiano.

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