Chiara Colosimo denuncia la deputata M5s: “Le sue domande su Avola a Santoro violano il segreto”. Lei si difende: “Basta fango”.
Roma – Scoppia il caso in commissione Antimafia. La presidente Chiara Colosimo ha inviato una comunicazione alla Procura di Roma per denunciare la violazione del segreto da parte della deputata Stefania Ascari del M5S, procedura prevista dall’articolo 18 del regolamento di Palazzo San Macuto. Secondo l’esponente di Fdi, la deputata avrebbe posto domande a Michele Santoro nel corso dell’audizione del giornalista dello scorso 27 novembre basandosi su atti in precedenza secretati dalla presidente stessa su richiesta dell’avvocato Fabio Repici, audito ormai un anno fa in alcuni passaggi in forma non pubblica, su richiesta.
“Come è possibile che un componente della commissione Antimafia utilizzi politicamente delle informazioni secretate e metta a repentaglio la vita di un collaboratore di giustizia e delicate indagini di mafia?”, si chiede il deputato Alice Buonguerrieri, componente della commissione Giustizia alla Camera, di Fratelli d’Italia.
“Il deputato Stefania Ascari, del M5S, – fa notare – ha commesso un errore gravissimo che potrebbe creare danni irreparabili. Una inaffidabilità politica dimostrata anche quando denigrava strumentalmente, con accuse infondate, il sottosegretario Delmastro delle stesse cose su cui oggi è chiamata a rispondere lei. Per far parte di una commissione che gestisce dati e informazioni così delicate e sensibili occorrono responsabilità e prudenza che la deputata non ha dimostrato di avere. Dovrebbe trarre le dovute conseguenze e dimettersi”, conclude Buonguerrieri.
Il senatore di Fratelli d’Italia Sandro Sisler, vicepresidente della Commissione Giustizia e componente della Commissione Antimafia di Palazzo Madama. “Nessuna ambiguità e una ferma richiesta di chiarimenti alla deputata pentastellata Stefania Ascari. Ora è arrivato il momento di fare chiarezza. In particolare, se i fatti
fossero dimostrati, Ascari si ritroverebbe coinvolta nella stessa situazione che ha interessato ingiustamente il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, a proposito del caso dell’anarchico Cospito. Ritengo doveroso che Ascari chiarisca il prima possibile”.
Quanto emerso sulla condotta di Stefania Ascari è gravissimo. Durante un’audizione della Commissione Antimafia, la parlamentare del Movimento 5 Stelle avrebbe divulgato informazioni coperte da segreto, mettendo a rischio non solo la sicurezza di un collaboratore di giustizia, ma anche l’intero sistema investigativo. Questo atto irresponsabile rappresenta una ferita profonda alla credibilità delle nostre istituzioni”, dichiara Daniela Dondi, esponente di Fratelli d’Italia in commissione Giustizia alla Camera. Ma Ascari si difende. “Ai colleghi di Fdi che stanno provando a cavalcare un articolo uscito oggi su un quotidiano, suggerisco di fermare ogni speculazione – afferma – perché non sanno di cosa si parla e stanno solo facendo l’ennesima operazione calunniosa piena di schizzi di fango. Nel porre in commissione Antimafia una domanda a Michele Santoro, non ho rivelato informazioni coperte da segreto“.
E ancora, l’audizione in questione è quella dell’avvocato Fabio Repici, che “aveva chiesto la secretazione solo per ragioni di sua strategia difensiva, non volendo renderla nota da subito, prima che egli stesso esaminasse con Maurizio Avola in un’udienza davanti al Gip di Caltanissetta poi tenutasi il 25 e 26 giugno 2024. Infatti, l’avvocato Repici ha chiesto la desecretazione dell’audizione, essendo venute meno da mesi le ragioni della riservatezza. Tutte le informazioni che ho riferito non sono segrete perché contenute nel fascicolo del procedimento pendente a Caltanissetta a carico di Avola e di altri soggetti. Parliamo di un atto depositato, messo a disposizione delle parti in vista dell’udienza, poi tenutasi il 5 ottobre 2023, più di un anno prima rispetto al mio confronto con Santoro. Aggiungo che Maurizio Avola non è titolare di alcun programma di protezione. Non solo, buona parte di quelle informazioni sono facilmente reperibili nell’audizione in Antimafia dell’avvocato di Avola, Ugo Colonna. Non è un segreto che sulla credibilità di Avola ci siano fortissimi dubbi. Le sue “rivelazioni” sul suo coinvolgimento nella Strage di via D’Amelio sono piene di buchi, contraddizioni, menzogne e incongruenze”.
Infine Ascari conclude: “Non ho rivelato alcun segreto e svolgo il mio ruolo di parlamentare nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle cittadine e dell’accertamento della verità. Piuttosto, devo denunciare i tanti ostacoli che incontro costantemente in commissione Antimafia, dove sto cercando di promuovere vari comitati e diversi lavori d’inchiesta, ricevendo costantemente dinieghi, a dimostrazione del fatto che ci sono verità nascoste che qualcuno non vuole cercare. Chi come me vuole lavorare per portare a termine inchieste importanti al servizio della verità, viene regolarmente bloccato e delegittimato”.
Non è così per Antonella Zedda, vicecapogruppo al Senato di FdI, Ascari con la sua difesa “realizza la classica toppa peggiore del buco”. E aggiunge: “Apprendiamo con un certo stupore che secondo lei il regime degli atti della Commissione non lo stabilirebbe né la presidente, né il regolamento e nemmeno la legge istitutiva della Commissione, ma piuttosto la stessa Ascari che, sentito (chissà quando e perché) l’avvocato Repici, decide che sia l’audizione sia gli atti depositati dall’audito non siano più secretati. A tutto c’è un limite”, sbotta Zedda che aggiunge: “anche delle idiozie a cui si ricorre per autodiscolparsi“. Anche Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di FdI alla Camera e membro della commissione antimafia, attacca Ascari, “la stessa che ricorda – ha accusato ingiustamente Delmastro e che oggi si trova a essere scoperta dopo avere rivelato dettagli di un’audizione antimafia coperta da segreto”.