Ilaria Salis, martedì l’informativa di Tajani al Parlamento [VIDEO E TUTTA LA STORIA]

Il ministro degli Esteri: “Salvaguardare la dignità del detenuto in attesa di giudizio”. Orban: “Tutti i diritti saranno garantiti”.

Roma – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani terrà l’informativa urgente del Governo sulla vicenda di Ilaria Salis l’8 febbraio alle 10,30 alla Camera dei deputati e alle 12,30 al Senato della Repubblica. Lo ha reso noto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.

La donna, anarchica monzese di 39 anni tra i fondatori del centro sociale Boccaccio, è detenuta in Ungheria a seguito dell’aggressione, perpetrata tra il 9 e il 10 febbraio 2023 a Budapest, ai danni di due militanti di estrema destra scesi in piazza per commemorare il Giorno dell’Onore, l’anniversario di quando un battaglione nazista nel 1945 tentò di impedire l’assedio della capitale ungherese da parte dell’Armata Rossa.

Ad agire, come si vede in un video reso virale anche dai social, sono sei persone: cinque sono tedeschi e fanno parte del gruppo Antifà “Hammerbande” (“Banda del martello” o Hammer gang), la sesta è lei. I feriti se la sono cavata con ferite guaribili in sette giorni. Salis, che si continua a proclamarsi innocente, ha rifiutato un patteggiamento a 11 anni di carcere. Il processo è stato rinviato al 24 maggio e ora rischia fino a 24 anni di reclusione, in condizioni che sarebbero, si legge nella Petizione lanciata dal Comitato Ilaria Salis su Change.org per richiederne la liberazione, incompatibili con uno Stato democratico e con le convenzioni internazionali sui diritti umani e sui diritti delle persone private della propria libertà”. La petizione, che ha superato le 113mila firme, chiede al governo italiano e al presidente della Commissione per i diritti umani del Parlamento Europeo di attivarsi per riportare Ilaria in Italia così che possa affrontare in Italia il processo per i reati che le vengono contestati e si giunga, quindi, alla sua immediata liberazione in virtù della palese violazione del Diritto internazionale e dei diritti umani che la sua lunga e sofferta carcerazione evidenzia”.

Ilaria Salis, il video dell’aggressione di Hammerbande ai manifestanti nazisti

“La signora Salis non può essere estradata perché non ha commesso eventuali reati in Italia, gli accordi dicono che qualora ottenesse i domiciliari in Ungheria potrebbe venire in Italia ai domiciliari. La richiesta non è ancora stata fatta dagli avvocati di Salis”, ha affermato Tajani, aggiungendo che “il governo non può intervenire su un processo però abbiamo il diritto e il dovere di intervenire affinché siano rispettate tutte le regole che concernono la dignità del detenuto e in modo particolare del detenuto in attesa di giudizio perché le norme comunitarie insistono molto sulla differenza fra il detenuto in attesa di giudizio e il detenuto condannato”.

Tajani: il governo ha fatto tutto il possibile

Noi non vorremmo vedere accompagnare la signora Salis in catene in aula di giustizia – ha detto Tajani su Rai 3 -. Fermo restando che è la regola ungherese. Ma è in contrasto con le norme comunitarie dei detenuti e noi dobbiamo intervenire. L’abbiamo fatto più volte, l’ho fatto io con il ministro degli Esteri, l’ha fatto il presidente del Consiglio con Orban e abbiamo ottenuto la visita del procuratore generale in carcere, dei genitori. Ha incontrato gli psicologi, i nostri rappresentanti diplomatici. Continueremo a sorvegliare il trattamento umanitario e il rispetto della tutela della dignità del detenuto, ha aggiunto il titolare della Farnesina.

Ilaria Salis

Orban: “I suoi diritti saranno garantiti”

Dal canto suo, il premier ungherese Viktor Orban ha assicurato che si muoverà per far ottenere alla detenuta un equo trattamento. “Ho raccontato nei dettagli” il caso di Ilaria Salis alla premier Giorgia Meloni, ha fatto sapere Orban. “Le ho detto che la magistratura non dipende dal Governo ma dal Parlamento. Tutti i diritti saranno garantiti”. Ilaria Salis “ha potuto fare delle telefonate e non è stata isolata dal mondo: non è corretto dire così”, ha precisato Orban. Sulla questione è intervenuto anche il capo di gabinetto del governo Orban, Gergely Gulyás, che in conferenza stampa ha ricordato come durante la riunione di ieri il governo abbia ascoltato sulla questione le relazioni dei ministri degli Interni e della Giustizia, e che il ministro ha affermato che “l’Ungheria è stata screditata sullo sfondo”. “Ai criminali che commettono crimini con istinti animaleschi – ha aggiunto Gulyás – deve essere garantita anche la dignità umana, e nel caso della persona in questione sono stati rispettati sia gli standard ungheresi che quelli dell’Ue. I detenuti ricevono tre pasti al
giorno. È una bugia che ci fossero topi nella cella”
. Che ha concluso: “La struttura di detenzione non ha l’obiettivo di offrire lusso ai detenuti, ma in generale c’è pulizia”.

Il memoriale di Ilaria: “Tormentata dalle cimici, trattata come una bestia”

“Sono trattata come una bestia al guinzaglio”, si legge invece nel memoriale scritto di suo pugno da Ilaria Salis quando era in carcere da otto mesi e recapitato il 2 ottobre scorso al consolato italiano perché fosse consegnato al suo avvocato italiano con il quale all’epoca non aveva ancora potuto parlare. “Da tre mesi sono tormentata dalle punture delle cimici nel letto“, “l’aria è poca, solo quella che filtra dallo spioncino”, scrive Ilaria nel testo, che descrive una situazione segnata da condizioni igieniche precarie e scarsa alimentazione. “Gli avvocati ungheresi – afferma – dicono che non si può fare niente”.

Ilaria Salis in catene davanti al giudice

L’Unione delle Camere Penali: “Ceppi e catene mostrano il detenuto come colpevole”

“Strumenti di contenimento e di costrizione, ceppi alle caviglie, catene, manette, schiavettoni e guinzagli costituiscono l’armamentario che si addice alla disumanizzazione e umiliazione del prigioniero e alla esibizione dell’accusato come reo”. Lo afferma in una nota l’Unione delle camere penali in riferimento al caso di Ilaria Salis, detenuta in un carcere a Budapest e introdotta in tribunale con manette e catene. Si tratta, si legge ancora in una nota, “di arnesi utilizzati per esorcizzare ogni sentimento di umanità e non servono infatti ad impedire la fuga del detenuto ma a proclamare la fine della presunzione di innocenza. Così presentato al pubblico e al giudice l’accusato non potrà che risultare colpevole. E così risulta che l’imputata sia stata presentata al giudice in tutte le precedenti udienze. Quello che abbiamo visto e saputo del trattamento inflitto alla cittadina italiana Ilaria Salis, processata e detenuta da un anno in Ungheria, contrasta con i fondamentali valori convenzionali posti a tutela delle persone private della libertà personale e di tale violazione si dovrà chiedere conto a quel Paese”.

“Se è vero che l’accusata neppure è stata messa in grado di conoscere esattamente l’accusa e le prove in base alle quali la stessa è privata della libertà – osserva ancora l’Unione delle camere penali – anche di tali violazioni lo Stato membro dell’Unione Europea dovrà rispondere. Ma dobbiamo ricordare a chi invece nel nostro Paese subordina tutele, diritti e garanzie al tipo di reato o alla persona dell’accusato che tutto questo è il contrario del garantismo, la cui professione impone infatti una adesione incondizionata ai principi e ai valori indeclinabili della Costituzione e una soggezione priva di riserve alle regole dello stato costituzionale di diritto. Regole e principi che, ricordiamo anche a coloro che intervengono per denunciare questa grave lesione dei diritti di una cittadina italiana detenuta in un altro paese dell’Unione, valgono – conclude la nota – anche per chi, cittadino e non, è privato della libertà nel nostro Paese”.

Il padre di Ilaria querela Salvini per diffamazione

Intanto sulla vicenda il padre di Ilaria, Roberto Salis, ha fatto sapere che querelerà il ministro e vicepremier Matteo Salvini per diffamazione a proposito delle dichiarazioni, ritenute “lesive della sua reputazione” per quanto riguarda il presunto assalto al chiosco della Lega a Monza al quale l’attivista avrebbe partecipato. La famiglia ha deciso di querelare anche Giuseppe Brindisi e Alessandro Sallusti per diffamazione “in seguito all’ignobile attacco e all’imboscata della trasmissione Diario del giorno”.

Stamani Salvini è tornato a commentare la vicenda: “Da genitore capisco l’ansia e anche alcune dichiarazioni originali del padre di Ilaria Salis, Roberto. È giusto che il governo sia impegnato con tutte le forze per tutelare la ragazza e ne auspico la completa e rapida assoluzione. Ribadisco, però, che Ilaria Salis è stata bloccata con un manganello e in compagnia di un estremista: in caso di condanna per violenze, a mio modo di vedere, l’opportunità che entri in classe per educare e crescere bambini è nulla.

Tuttoscuola: “Ilaria Salis non è una maestra”

Precisazioni arrivano anche sul ruolo della 39enne nella scuola. Ilaria Salis non lavora come maestra in una scuola primaria, mentre ha svolto delle supplenze brevi in una scuola secondaria di primo grado, ovvero alla scuola media, come docente di Lettere. E non è neanche un’insegnante precaria con contratto annuale (fino al termine delle lezioni o fino al 31 agosto), ma ha fatto supplenze occasionali fino all’anno scorso”, ha sottolineato ‘Tuttoscuola’ con riferimento alle dichiarazioni di Salvini che ha detto di ritenere “assurdo che questa Salis in Italia faccia la maestra” e che se “se fosse dichiarata colpevole, sarebbe incompatibile con l’insegnamento in una scuola elementare. Spero che si dimostri l’innocenza perché qualora fosse ritenuta colpevole, atti di violenza attribuibili a un insegnante elementare sarebbero assolutamente gravi”.

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