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Ilaria Salis e la candidatura: “Fiera che l’Italia si sia mobilitata, sono in un buco nero”

Parole lette in conferenza alla Camera. Fratoianni: “Diritti non vanno calpestati”. Il padre: “Col cappello in mano per chiedere aiuto”.

Roma –  “Sono immensamente grata per tutto quello che si sta facendo per me e soprattutto sono fiera del fatto che un Paese come l’Italia si sia mobilitato per ciò che mi sta accadendo”. Così Ilaria Salis in una lettera letta durante la conferenza stampa, alla Camera dei deputati, di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, e del padre di Ilaria, Roberto. “La mia storia – aggiunge Ilaria nella missiva – è ben lontana da un epilogo. Davanti a me ci sono ancora mesi, forse anni, in questo buco nero in attesa della conclusione del processo. L’unica certezza in questo momento è la richiesta della Procura: 11 anni di carcere duro”.

C’è però anche un’altra certezza: quella della candidatura dell’attivista detenuta a Budapest da oltre un anno alle elezioni europee con Avs. L’accusa che gli viene mossa dall’Ungheria è di aver partecipato a ben due aggressioni nei confronti di militanti neofascisti. E ieri, nel giorno della Liberazione e tra i cortei del 25 aprile, Ilaria Salis aveva già mandato un altro messaggio dalla sua cella: “Ardentemente desidero – aveva scritto -che il mio paese si mostri tutti i giorni all’altezza della propria storia, che oggi come in passato voglia opporsi all’ingiustizia del mondo e schierarsi dalla parte giusta della storia. Buon 25 aprile”. Una presenza mediatica, quella dell’insegnante detenuta che comincia a essere incalzante.

Ilaria Salis in tribunale a Budapest

Ilaria Salis però dice di non volersi sottrarre al processo, nonostante l’obiettivo di un posto a Bruxelles. E scrive: “Ringrazio con tutto il cuore coloro che in Italia mi hanno supportato in questi mesi senza rimanere indifferenti rispetto alla sconvolgente storia che mi riguarda. Sono immensamente grata per tutto quello che si sta facendo per me. Non è mia intenzione sottrarmi al processo, ma difendermi nel processo nel rispetto dei diritti fondamentali”. Parole lette nella conferenza stampa alla Camera presieduta dal padre, Roberto Salis, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, leader del partito che la candida.

“Dopo notti insonni – scrive ancora l’attivista detenuta – ho deciso di accettare la candidatura alle elezioni europee, per portare l’attenzione che mi avete mostrato anche alle altre persone che si trovano nella mia stessa situazione e trasformare questa mia sfortunata vicenda in qualcosa di costruttivo per la tutela dei
diritti fondamentali”. E Roberto Salis parla della “sconvolgente storia” raccontata dalla figlia puntando l’indice contro l’esecutivo italiano “Ho avuto dialogo un dialogo molto stringato con il governo”. Aggiunge che “da quando è scoppiato il caso di Ilaria sono andato con il cappello in mano da chiunque avrebbe potuto darmi una mano”.

In questi miei giri, dice “ho trovato chi mi ha ignorato, chi mi ha sbattuto la porta in faccia e chi mi ha diffamato. Ma ho trovato anche persone che mi hanno dato una mano: tra queste c’è Elly Schlein. Non mi ha proposto nulla, ma si è detta disponibile ad aiutarmi. Mi sono incaricato di riportare la disponibilità che mi era stata offerta. Ilaria fa politica attiva da quando ha 15 anni, a modo suo, ha fatto quindi la sua scelta in massima linearità con il suo percorso politico”. Una linearità che invece non viene ravvisata al di fuori di Avs, visto che nessun partito politico – Pd compreso – ha scelto di candidarla. E ancora, c’è la polemica sulla opportunità che una persona coinvolta in un delicato processo possa essere schierata per Bruxelles.

Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni

Quella di Ilaria Salis alle Europee “è una candidatura costituzionale, perché parla alla nostra Costituzione, dei diritti che garantisce a ogni cittadina e a ogni cittadino”, dice Nicola Fratoianni, deputato di Avs e segretario di Sinistra Italiana, rispondendo alle tante polemiche sulla candidatura. “La vicenda di Ilaria Salis è nota a tutti. Siamo stati accusati di essere contradditori, ci sentiamo responsabili di questa scelta. Abbiamo fatto un atto concreto. È stato detto che politicizzare non aiuta, il silenzio c’è stato per oltre un anno e Ilaria Salis vive rinchiusa in un carcere ungherese. Saremo impegnati da qui alle elezioni perché venga eletta, perché la sua elezione possa contribuire a chiudere il ciclo infernale” che la riguarda “e anche al fatto che i diritti fondamentali non possono essere calpestati”, ha aggiunto.

“Per noi è una battaglia per lo Stato di diritto contro la barbarie che in Ungheria e non solo vede una sistematica violazione dei diritti umani. La nostra è una battaglia per lo Stato di diritto e per la democrazia. Lei non vuole fuggire dal processo ma difendersi nel processo. C’è un problema in Europa che si chiama Ungheria”, ha concluso il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli.

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