L’idea dell’assessora ai Servizi Anagrafici Benciolini: “Garantire la parità e il diritto di voto a tutti”. Abolite suddivisioni per sesso.
Padova – Vestita da donna, truccata da donna, con atteggiamenti e movenze da donna. Donna a tutti gli effetti. Ma con documenti ancora da “rettificare”. Fino a ieri ad un seggio elettorale una persona trans sarebbe stata costretta a mettersi nella fila degli uomini, attirando così lo stupore di tutte le altre persone in coda. Così Padova, come Milano, ha deciso di abolire (con una modifica del regolamento a costo zero ma dal grande impatto) la suddivisione in file maschili e femminili. Ancora oggi, in Italia sono migliaia le persone aventi diritto al voto che non sono in possesso di documenti conformi alla propria identità e che sono costrette a un coming-out forzato e pubblico in occasione del voto al seggio elettorale, ambiente spesso impreparato ad accoglierle.
“L’idea nasce dall’ascolto del territorio – ha spiegato l’assessora ai Servizi Anagrafici del Comune di Padova Francesca Benciolini – ci sono delle persone che ci hanno raccontano che nel doversi posizionare all’interno delle file in una fase di transizione, quindi con documenti non ancora completati, hanno provato una sensazione di disagio tanto che in alcuni casi hanno rinunciato al voto. Quindi si tratta di garantire la parità di opportunità a tutti, a cominciare proprio dal garantire il diritto al voto”.
Forse non è un caso forse se proprio a Padova si tiene da 17 anni il Pride Village, il più grande festival Lgbt+ d’Italia, o se proprio la “città del Santo” ha lanciato una consultazione per riportare la gender equality tra le statue del Prato della Valle (compensata anche attraverso l’intitolazione di 30 rotatorie ad altrettante donne). “Si tratta di una attenzione, a costo zero, che nulla cambia nel concreto ma che fa la differenza – ha proseguito – esattamente come il fatto che in tutti i seggi ci sia almeno una cabina di altezza giusta per persone con sedia a rotelle, che persone che non vedono possano essere accompagnate in cabina, che tutti i seggi siano accessibili e senza scale. Sono tutte misure per garantire che il voto possa essere esercitato in piena libertà e serenità”.
L’assessora Benciolini, che non a caso ci tiene ad essere chiamata al femminile, ha anche fatto sapere che già Udine e altre città hanno chiesto informazioni circa la procedura da seguire e di aver inviato il materiale elaborato per i presidenti di commissione in cui si chiede questa particolare attenzione. Non si tratta di una novità. La decisione è stata adottata già nel 2023 in occasione delle elezioni valevoli per la regione Lombardia e, di conseguenza, reiterata nel 2024 in occasione delle elezioni europee.
In Italia esiste una legge del 1967 che stabilisce che le liste elettorali devono essere divise tra maschi e femmine: registri rosa per le donne e registri azzurri per gli uomini secondo una rigida classificazione binaria. Ma passi pure la separazione delle liste, quello che negli ultimi anni molti membri della comunità LGBT+ fanno notare è che non ci sarebbe, in ogni caso, alcun bisogno di creare due file per genere mettendo in difficoltà le persone non binary, trans e intersessuali. A oggi, in Italia, ci sono migliaia di persone che non sono in possesso di documenti allineati alla loro identità di genere. Per questo il comune di Milano, seguito da quello di Padova, ha deciso di cambiare le cose fin dalle elezioni europee del prossimo.