Il veneto Valdegamberi “osservatore” per il voto in Russia, “Salvini ha ragione su Putin” 

Il consigliere regionale inviato a Mosca per le elezioni: “La contestazione è irrisoria rispetto alla popolarità del presidente russo”.

Roma – “Ha ragione Salvini. Sì. Finalmente ha trovato il coraggio di dire le cose come stanno: la democrazia c’è anche da loro, oppure nemmeno qui da noi. Delle due l’una. Magari l’88 per cento di Putin riflette una fase di forte unità nazionale. Il consenso reale è semmai attorno al 70: tipo Zaia in Veneto”. Parola del consigliere regionale veneto del gruppo misto Stefano Valdegamberi, veronese di Badia Calavena. Lui è stato tre giorni a Mosca, come “osservatore” per le elezioni che si sono tenute in Russa, dove Putin è stato confermato presidente, con una percentuale vicina al 90%.

Valdegamberi è da sempre molto vicino alla Russia. All’inizio dell’invasione russa, dichiarò che l’Ucraina è “il cuore della Russia” e ha poi partecipatoto alle manifestazioni filorusse e anti-Nato organizzate dal movimento Verona per la Libertà, oltre a dar voce sulle sue pagine social e nei suoi comunicati alla propaganda del Cremlino. Nel 2016 era stato inserito dall’Ucraina nella sua black list. Il consorzio giornalistico indipendente Occrp (Organized Crime and Corruption Reporting Project) l’aveva accusato, assieme ad altri leghisti, di aver beneficiato di viaggi gratuiti e soggiorni lussuosi per le sue posizioni sulla Crimea, accuse però mai dimostrate.

Vladimir Putin

Nei suoi comunicati stampa, Valdegamberi non spiega perché sia stato scelto come osservatore a questa tornata elettorale. Ma conosce di sicuro bene la terra degli Zar. “Non è facile organizzare una macchina complessa come le elezioni durante un conflitto. Comunque il sistema di voto, parte elettronico e parte tradizionale, è più avanzato del nostro e molto efficiente. Sarebbe da proporre nel nostro Paese“, fa notare. Il politico veneto racconta di aver potuto visitare i seggi, intervistare la gente, e presenziare allo spoglio delle schede. “Confrontandomi con i politici di diversi Paesi – riferisce – abbiamo notato come le notizie che contestavano il voto russo fossero costruite da una stessa mano: persino le parole usate sono le stesse in tutti i continenti, come fossero diramate sotto una regia unica”.

Secondo Valdegamberi, invece, “l’affluenza alle urne era elevata ovunque, più del solito, mi raccontava il personale dei seggi. Il clima che ho trovato era molto sereno, nonostante i controlli per motivi di sicurezza. Chiedendo il perché i più rispondevano che fosse un momento di grande unità nazionale. L’interprete che ci accompagnava non è riuscita a votare. Gli ho chiesto: avrai dei problemi perché non hai votato? Assolutamente no. Perché in Italia vi fanno dei problemi per questo?”, aggiunge.

Tra i tanti intervistati, continua, “ho trovato, maggiormente tra i giovani, anche qualche voce di dissenso. Il dissenso si sarebbe dovuto manifestare con l’annullamento della scheda. Allo spoglio dei seggi dell’ultima scuola visitata sono stato attento su quante schede fossero state rese nulle da chi era andato a votare: c’erano ma non certo paragonabili con il plebiscito verso il Presidente che emergeva via, via dalle urne. Indipendentemente dalle critiche sollevate sui media occidentali – conclude – credo che il dato incontestabile è che Putin, piaccia o non piaccia, gode di ampio consenso tra la popolazione russa, contrariamente a quello che si vuole far credere qui da noi”.

Valdegamberi e Zaia

Ex Udc, veronese, Valdegamberi (eletto consigliere regionale nella Lista Zaia e ora nel Gruppo misto) ha scatenato critiche e accuse. La consigliera regionale del Pd, Vanessa Camani, ha detto che “o l’osservatore Valdegamberi ha bisogno di un’approfondita visita oculistica, oppure soffre di una patologica simpatia per i regimi dittatoriali”. Presa di distanza anche da parte del capogruppo della Lega in consiglio regionale, Alberto Villanova: “Incommentabile” il suo viaggio in Russia, “Di lezioni di democrazia dalla Russia nessuno ha bisogno”.

Ma il consigliere inviato a Mosca respinge al mittente ogni accusa e polemica: “Io filo-putiniano? Non accetto etichette e ricordo a chi mi attacca che non ho mai fatto nulla per interesse, né in politica né nella mia vita privata. Per cui adesso basta giudizi, anche infamanti, solo perché ho il coraggio di parlare e perché non mi piego al “politically correct“ diversamente da tanti colleghi”. 

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