Il primario finito ai domiciliari per un presunto giro di mazzette sui pazienti in dialisi manteneva relazioni parallele con due colleghe del Sant’Eugenio.
Roma – L’inchiesta sulle presunte tangenti legate ai pazienti dializzati del Sant’Eugenio di Roma si arricchisce di nuovi dettagli sulla vita privata di Roberto Palumbo, il primario di Nefrologia attualmente sottoposto agli arresti domiciliari. Gli atti investigativi rivelano un intreccio di relazioni sentimentali parallele con due colleghe dell’ospedale, utilizzate anche come strumento per dissimulare i proventi delle attività illecite contestate dalla Procura.
Al centro della vicenda c’è una microbiologa specializzanda e compagna di Palumbo, che avrebbe beneficiato indirettamente del denaro proveniente dalle tangenti. Il primario avrebbe infatti ricevuto compensi illeciti per dirottare i pazienti dimessi dai nosocomi pubblici verso strutture private di dialisi. Le dichiarazioni della donna agli inquirenti tradiscono un evidente imbarazzo per la propria posizione lavorativa.
“In tutti questi anni, dal 2020 fino ad oggi, nessuno mi ha mai chiesto come procedesse il mio lavoro”, ha riferito la donna durante l’interrogatorio. La specializzanda ha ammesso di essersi sempre interrogata sull’assenza di verifiche, soprattutto in occasione dei rinnovi contrattuali, quando normalmente si effettua una valutazione delle attività svolte. “Ho sempre immaginato di essere privilegiata nell’avere questo impiego”, ha concluso.
Dalle carte dell’inchiesta emerge chiaramente il disagio della microbiologa rispetto ai compensi ricevuti, percepiti quasi come una concessione gratuita piuttosto che come corrispettivo di un lavoro effettivo. In una conversazione riferita agli investigatori, la professionista, parlando di Maurizio Terra, amministratore della società Dialeur, dice: “Mi sento in debito nei loro confronti. Non si tratta di lavorare davvero, ma di ricevere uno stipendio per gentilezza. Per me questa situazione non è corretta”.
Terra stesso, nel corso dell’interrogatorio, ha confermato la natura fittizia del rapporto lavorativo con la compagna del primario. L’imprenditore ha spiegato di aver formalizzato un contratto di consulenza da 2.900 euro lordi mensili, specificando però che il valore reale delle prestazioni effettivamente rese ammontava a circa 900 euro. “In verità il lavoro era completamente fittizio”, ha ammesso l’amministratore, rivelando che le somme versate alla biologa venivano sottratte dagli utili destinati a Palumbo. “Era uno dei tanti meccanismi utilizzati. Non volevo crearmi problemi con lei”, ha aggiunto.
Il primario ha invece tentato di legittimare la posizione della compagna, sostenendo – secondo quanto riporta il Corriere della Sera – che la donna percepisce il compenso per attività di raccolta dati svolta per conto di Dialeur attraverso un regolare contratto di consulenza. Palumbo ha inoltre precisato che in un determinato periodo Sfara aveva dichiarato di non lavorare a causa di difficoltà psicologiche, ma in realtà avrebbe continuato a svolgere le mansioni previste.
La vicenda si complica ulteriormente con l’emergere di una seconda relazione sentimentale del primario con una dottoressa anch’essa in servizio al Sant’Eugenio. Secondo quanto ricostruito, Palumbo le avrebbe promesso l’intestazione di una struttura clinica. In una conversazione con il primario riportata da Repubblica, la dottoressa commenta apertamente la situazione economica della rivale: “Voi due avete un legame di dipendenza finanziaria, Roberto. Tu le corrispondi lo stipendio utilizzando i profitti di Dialeur, è tutto qui il meccanismo. Lei ne è consapevole?”
Il quadro si completa con un ulteriore elemento: Palumbo ha un’ex moglie e secondo le ricostruzioni del quotidiano capitolino il medico avrebbe cercato di occultare una parte consistente dei propri introiti. Le motivazioni sarebbero duplici: da un lato ragioni di natura fiscale, dall’altro la volontà di ridurre il reddito di riferimento utilizzato per calcolare l’assegno di mantenimento da corrispondere all’ex coniuge in sede di separazione.
L’inchiesta della Procura prosegue per far luce sull’intero sistema che avrebbe gravitato attorno al primario, tra presunti illeciti professionali e strategie per mascherare i guadagni derivanti dalle tangenti attraverso compensi apparentemente leciti a persone a lui legate.