Nell’oceano nero dei campionati di calcio tedeschi, precisamente nella seconda serie, un gruppo di corsari viaggia controcorrente sospinto da ideali anti-nazisti. La compagine non ha un capitano fisico, libertà e uguaglianza guidano il gruppo nel caloroso tifo del FC St. Pauli. Nel quartiere omonimo, ad Amburgo, si trova i leggendario Millerntor-Stadion, dove i corsari trovano dimora e incitano i propri beniamini ad ogni partita casalinga. I Supporters del St. Pauli, sono un gruppo ultras piuttosto atipico. Nonostante non se ne parli molto, sono promotori di numerose iniziative benefiche: si ricordi quando lanciarono nel 2013 migliaia di peluches in campo, affinché fossero regalati ai bambini meno fortunati. I proletari del St. Pauli mostrano fieramente il loro schieramento politico, l’antifascismo è un requisito ed un valore inalienabile.
Il simbolo dei tifosi, il Jolly Roger, sventola negli stadi tedeschi come simbolo di rivoluzione in un mondo calcistico, inquinato dall’estrema destra. Nonostante numerose tifoserie tedesche, le più importanti come quelle di Borussia Dortumnd, Bayern Monaco e Shalke 04, siano promulgatrici di antifascismo e sostenitrici della non violenza, è innegabile che la presenza di ultras di estrema destra è oggi più che mai attiva e presente. Nell’ottobre del 2014 gli ultras di estrema destra, lasciarono da parte le rivalità calcistiche per istituire un fronte comune contro il fondamentalismo Islamico. 4000 persone si presentarono difronte alla cattedrale di Colonia, per manifestare contro i Salafiti Tedeschi che il 26 ottobre tennero a loro volta una riunione in piazza. Anche a causa della tensione e dalla paura di quel periodo, dovuta ai numerosi attacchi terroristici in tutto il mondo rivendicati dall’Isis, gli Hooligan Tedeschi riscossero un notevole successo. Questo fronte comune ha tirato fuori il peggio della popolazione, scaturendo numerose azioni violente mirate nei confronti delle minoranze etniche e contestando le politiche di accoglienza. In riposta, Il St. Pauli ha ripetutamente condannato e denunciato le azione offensive organizzate dall’estrema destra tedesca, presentandosi allo stadio con lo striscione “Say it loud, say it clear. Refugees are welcome here” e manifestando pacificamente contro il razzismo.
Il derby di Amburgo
Il derby di Amburgo, tra Amburgo Sv e St. Pauli, è più che una partita di calcio, una battaglia ideologica. L’Amburgo Sv, sostenitrice del regime Nazista durante il Terzo Reich (non che avessero scelta) e oggi vicina agli ambienti della destra nazionale, raccoglie tra i suoi tifosi alcuni esponenti neo-nazisti. Per questo motivo lo scontro tra le due tifoserie è inevitabile. Numerosi infatti sono gli scontri violenti avvenuti tra le due compagini che convivono da nemiche nella stessa città. Il St. Pauli, nonostante gli scarsi risultati calcistici, è un’istituzione. Più che una squadra e una tifoseria, quello dei Corsari è un luogo di rifugio per la classe operaia di Amburgo, che trova una comunità molto unita e attiva sul territorio. Il St. Pauli è inoltre la prima squadra tedesca ad avere bandito ufficialmente gli ultras di estrema destra dal proprio stadio. Un legame che dura da quasi vent’anni lega il St. Pauli al calcio Italiano: il gemellaggio con la Sampdoria. Nel 2002 i tifosi tedeschi avviarono una raccolta fondi per salvare la squadra Genovese dal fallimento; la lotta al razzismo e al fascismo accomuna le due tifoserie e rafforza la loro amicizia.
Lunga vita al St. Pauli, baluardo di resistenza in un mondo sporco di razzismo e violenza.