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Il radar della morte: vigili del fuoco decimati a Lampedusa

Tutta colpa di Gheddafi, si potrebbe dire, in una amarissima sintesi. Era stato probabilmente un radar installato nell’isola di Lampedusa, per proteggersi dagli attacchi dell’ex dittatore libico, ad aver provocato la morte di 10 vigili del fuoco. Tutto ebbe inizio il 15 aprile 1986.

Lampedusa – In risposta a un bombardamento Usa in Libia, Muhammar Gheddafi ordinò di lanciare un attacco missilistico sull’installazione militare “Loran”. Fortunatamente i missili SS-1 Scud lanciati da Tripoli finirono in mare. Ma in seguito a questo increscioso episodio la 134a squadriglia dell’Aeronautica Militare si dotava del sistema radar AN-FPS-8. E le conseguenze non sono state benevole.

Un’innovazione tecnologica inopportuna e quantomai nefasta considerato che da quel giorno il corpo dei Vigili del Fuoco sarà funestato da svariati episodi di neoplasie e malattie cardiache. Si contavano circa 20 casi. Da quando il radar è entrato in funzione 10 vigili del fuoco sono morti. Altri, tra i 40 e i 60 anni, sono attualmente malati. Il distaccamento aeroportuale dei pompieri era molto vicino all’apparecchio, a soli 400 metri di distanza.

Diversi i radar presenti sull’isola.

Gli effetti del trasmettitore erano evidenti e sono testimoniati dal pompiere Antonio di Malta che ha rilasciato agghiaccianti rivelazioni a Il Messaggero:

«Quando il radar puntava in direzione della nostra caserma si spegnevano il televisore e il telefono. Eravamo giovani, non ci facevamo troppo caso. Poi i nostri colleghi hanno cominciato ad ammalarsi. E alcuni sono morti. Girava il radar e ci veniva mal di testa. Mi risultano casi analoghi in altri enti. Prendevamo dosi massicce di farmaci. Quando il radar è stato spento non è accaduto più. Ma qualcosa ci è rimasto dentro» spiega Di Malta, che ha lavorato sull’isola dal 1986 al 1998, anno in cui il radar ha cessato di funzionare.

Per Di Malta, che oggi è segretario dello UILPA VdF, solo un’indagine epidemiologica può dare certezze sull’accaduto. Già la scorsa estate, precisamente il 21 luglio 2022, il sindacato aveva chiesto accertamenti e un’indagine sul tema per stabilire “eventuali correlazioni tra le patologie sofferte dal personale in servizio e in quiescenza, alla conclamata presenza di un radar o altre eventuali cause“. La denuncia è stata trasmessa ad Agrigento. Lo scenario che si prefigura è il seguente: stato di agitazione se non ci sarà ancora mancato riscontro alla richiesta di accertamento sull’alto numero di casi di malattie tra il personale dei Vigili del fuoco, in servizio o in pensione, presso il distaccamento di Lampedusa.

Numerosi i casi di malattie riscontrate tra i militari.

L’ultimo caso di morte sospetta riguarda il decesso di un collega 41enne colpito da un arresto cardiaco, nel febbraio 2023, e ancora si attende una risposta dalle autorità.

Avevamo chiesto di mettere in atto verifiche medico-amministrative attraverso un’indagine sanitaria ma non abbiamo ricevuto risposta. Siamo rammaricati e increduli per il silenzio dell’amministrazione in merito a un problema che sta creando grande preoccupazione. Per tanti anni abbiamo subito queste radiazioni e non sappiamo quali correlazioni ci sono, ma sappiamo che ci sono stati i morti, adesso vogliamo capire perché e lo chiediamo a chi deve darci delle risposte” conclude amareggiato Di Malta.

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