I manifestanti pro Palestina: “Vergognati, non si può stare dalla parte di un governo che sta massacrando una popolazione da 80 anni”.
Roma – Roberto Cenati si dimette da presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Milano, in polemica con la scelta della stessa Anpi di etichettare come “genocidio” l’attacco di Israele nella Striscia di Gaza. “Le dimissioni nascono da un dissenso con una parte importante della linea dell’associazione, che
promuoverà il 9 marzo con la Cgil una manifestazione con alcune parole d’ordine: alcune condivisibili come “liberate gli ostaggi” e “cessate il fuoco”; altre no come “fermiamo il genocidio”.
“Non sono d’accordo nell’utilizzare questo termine, perché significa lo sterminio programmato scientificamente di una popolazione. Certo la reazione di Israele si può dire sproporzionata, sanguinosa, ha provocato vittime anche tra donne e bambini, ma non è un genocidio”, sottolinea Cenati, che aggiunge: “Lascio la presidenza dell’Anpi di Milano con grande sofferenza. Se lo slogan fosse stato ‘fermiamo il
massacro’ mi andava bene, ma genocidio è una parola troppo forte che prende la pancia ma non fa riflettere. Rimango nel comitato provinciale, provvederemo entro il 10 marzo attraverso consultazioni a eleggere un nuovo presidente”.
“Migliaia di morti, ma non genocidio”. Cenati, 71 anni, milanese, iscritto all’Anpi dal 1997, ha definito “irrevocabili” le sue dimissioni. “Non discuto che la reazione di Israele sia esagerata ed eccessiva e abbia provocato migliaia di morti – tiene a rimarcare – ma, ripeto, non è un genocidio. L’Associazione nazionale ha usato questo termine estrapolandolo dall’istruttoria portata avanti dal Tribunale internazionale dell’Aja. Ma appunto si tratta di una istruttoria e non si è ancora giunti a una sentenza”, fa notare.
La reazione dei circoli Anpi è al veleno: ‘‘Meno male che Cenati se n’è andato, aveva una posizione che non condividiamo”, dicono gli iscritti scesi in piazza oggi per la Palestina che plaudono alle dimissioni del presidente provinciale, in disaccordo con la scelta del nazionale di usare il termine ‘genocidio’ per
quello che sta accadendo a Gaza. La posizione del gruppetto di iscritti all’Anpi che sta partecipando al corteo è opposta a quella del presidente dimissionario, come testimonia lo striscione dietro a cui sfilano, su cui è scritto ‘Stop genocidio a Gaza’. ”Da tantissimi iscritti all’Anpi Cenati non era più ben visto. Le sue esternazioni sempre a favore di Israele vanno bene se ai parla della Shoah, ma in questi momenti non mi pare il caso di stare dalla parte di un governo che sta massacrando una popolazione da 80 anni”, ha detto parlando con i giornalisti un iscritto alla sezione Anpi Hepburn.
Alle dimissioni ”avrei preferito che cambiasse idea e riflettesse finalmente su queste cose”, osserva un’altra manifestante. Ma ”avrebbe voluto dire perdere la faccia”, le ha replicato un iscritto ad Anpi Vigentina. Dobbiamo ringraziare il presidente milanese dell’Anpi per essersi dimesso per non aver accettato la parola genocidio. Vergogna”, hanno gridato al megafono gli attivisti pro Palestina che anche questo sabato sono scesi in piazza. “È l’ennesima provocazione”, hanno aggiunto i manifestanti riuniti in piazza San Babila.
“Sì a due popoli e due Stati”. A Milano ci sono state una ventina di manifestazioni promosse dai Giovani palestinesi contro Israele e l’Anpi milanese non ha aderito. “Non abbiamo mai partecipato a queste iniziative – ha spiegato Cenati – perché non condividiamo le loro posizioni, questo però non ha impedito che iscritti ad alcune sezioni vi abbiano in qualche caso preso parte”. L’ex leader meneghino ha quindi sottolineato che sono “necessari un immediato cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi” e ha detto di essere favorevole alla storica proposta dei “due popoli e due Stati”. “Ma Hamas – ha poi osservato – vuole invece la distruzione di Israele e l’eliminazione degli ebrei”.