Lo scienziato: “Abbiamo visto che il picco del numero dei morti è avvenuto a 20 giorni circa dal lockdown, come avvenuto in Cina”.
Roma – “Abbiamo visto che il picco del numero dei morti è avvenuto a 20 giorni circa dal lockdown, come avvenuto in Cina. La chiusura del lockdown ha bloccato l’aumento del numero dei morti e l’ha contenuto”. Il professor Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica, parla nel corso della sua audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione del Covid. “L’informazione fondamentale che mancava e nessuno aveva era l’alto tasso degli asintomatici – ha detto Parisi -. C’era l’illusione che si potesse seguire i malati vedendo le persone sintomatiche. Su questo non c’era nessuna informazione”. “Su questo non c’era nessuna informazione dalla Cina perché i cinesi stessi non avevano mai fatto test ad asintomatici”, ha proseguito.
I test asintomatici “sono stati fatti alla popolazione solo con Crisanti a fine marzo. Quindi il fatto che la malattia passasse per canali asintomatici nessuno lo aveva capito, nessuno lo sospettava. E dunque, del ‘senno di poi son piene le fosse'”. Parisi ha poi sottolineato che durante la pandemia di Covid “non serviva
una comunicazione più scientifica, ma una comunicazione scientifica parallela” a quella istituzionale, “con un maggior numero di scienziati che parlassero e usassero canali di YouTube. Un sistema di comunicazione scientifica però non si improvvisa dall’oggi al domani: io potevo scrivere qualsiasi cosa su Facebook, ma me lo avrebbe letto un migliaio di persone; un canale YouTube con milioni di persone va fatto prima. E’ un
problema annoso da decenni, la scienza non ha un canale diffusione adeguato alla situazione: i Governi passati, presenti e temo anche futuri non hanno costruito canali di comunicazione della scienza con la popolazione”.
Il premio Nobel per la fisica nel 2021 ha poi sottolineato che durante la prima ondata di Covid-19 “puntare al raggiungimento dell’immunità di gregge senza misure di contenimento sarebbe potuto costare fino a 700mila morti in Italia. L’immunità di gregge è stata di fatto raggiunta nel bergamasco, dove si è infettata quasi tutta la popolazione con una mortalità dell’1%: la controprova ci viene dal fatto che ci sono stati pochissimi casi nella seconda ondata”, osserva Parisi. A livello nazionale “l’indagine sierologica fatta nell’estate del 2020 dimostra che circa il 5% della popolazione si è infettata, con 3 milioni di casi e 35.000 morti. Nel peggiore dei casi, se tutta la popolazione fosse stata infettata come nel bergamasco, avremmo avuto 600mila-700mila morti”.
Interrogato sull’efficacia delle misure di contenimento, Parisi ha sottolineato come “il calo delle morti avuto a fine marzo 2020 non si è avuto per evoluzione naturale dell’epidemia, ma solo per le misure adottate nel momento in cui anche gli ospedali erano al collasso”. In Italia sarebbe stato difficile limitare la diffusione del virus solo negli anziani facendolo correre tra i giovani, per via della struttura verticale delle famiglie, dove giovani e anziani spesso convivono sotto lo stesso tetto. Gli esiti della pandemia in Italia hanno anche risentito del fatto che siamo stati tra i primi colpiti, quando ancora non c’erano cure efficaci e non si conosceva l’importanza dei casi asintomatici per la diffusione del virus, e del fatto che la nostra popolazione conta più anziani rispetto ad altri Paesi. Secondo Parisi, durante la pandemia sarebbe stata auspicabile
una migliore diffusione di comunicazioni scientifiche non limitata alle consuete conferenze stampa coi bollettini relativi ai casi.
“Vogliamo esprimere piena solidarietà – hanno scritto in una nota i parlamentari di Fratelli d’Italia componenti della commissione Covid – a tutti i medici, agli infermieri e al personale sanitario sistematicamente screditati in commissione da quanti danno alla scienza un’accezione fideistica. Per le sinistre i professionisti che hanno dedicato la propria vita alla cura del paziente ma che esprimono pareri sgraditi, benché suffragati da studi, non sarebbero degni di essere ascoltati in audizione. Anche loro, invece, meritano di appartenere al mondo della scienza, perché contribuiscono con il proprio operato e con le proprie ricerche al progresso scientifico. Per fortuna con il governo Meloni l’epoca dei bavagli è finita. Esprimiamo un sentito grazie a Giorgio Parisi, fisico vincitore di un Nobel, per il contributo che ha dato oggi in audizione, ma altrettanto ringraziamo gli altri auditi per aver contribuito con le proprie parole ai lavori della commissione”.
“Finalmente in commissione Covid ha parlato la scienza, dopo la parata di no vax e complottisti vari delle audizioni precedenti che si basavano su posizioni anti scienza”, dichiarano i componenti dell’Alleanza Verdi Sinistra presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid, Peppe De Cristofaro e Filiberto Zaratti, al termine dell’audizione del premio Nobel Giorgio Parisi. L’audizione del premio Nobel per la fisica professor Giorgio Parisi “ha ristabilito la verità fondata su basi scientifiche e non su cose sapute su TikTok o su altri social. Se non avessimo ascoltato la scienza sulle importanti misure per il contenimento del virus, o sui vaccini, oggi piangeremmo molti più morti. Ringraziamo il professor Parisi per il suo importante contributo in una commissione che rischiava di essere solo ed esclusivamente il megafono di teorie antiscientifiche”.