Il sindacato ha chiesto anche l’intervento governativo al fine di studiare una nuova strada economica congiunta. Sarebbe un peccato se un colosso come Leonardo lasciasse per strada le maestranze nonostante un rendiconto estremamente favorevole.
Non sembrano esserci dubbi sul fatto che il Gruppo Leonardo stia conseguendo grandi successi sia in campo nazionale che internazionale. L’ex Finmeccanica S.p.A., partecipata al 30% dal ministero dell’Economia e delle Finanze, ha ormai consolidato il suo ruolo tra le aziende leader del settore, e anche per quanto riguarda la corsa al controllo spaziale potrebbe dire la sua. Nelle scorse ore la Leonardo ha annunciato l’acquisto di 988.475 azioni dell’azienda Avio. La partecipazione di Leonardo si è incrementata del 3,75% e risulta pertanto pari al 29,63% del capitale sociale della società. L’esborso totale che comporterà tale operazione sarà invece di 14 milioni di euro. Non c’è dubbio che questo passo rappresenti un ulteriore consolidamento del ruolo di Leonardo come partner industriale di Avio. In particolar modo, fanno sapere dell’azienda, una particolare importanza verrà data al segmento dei lanciatori.
La Leonardo è sana e robusta tanto che nell’ultima Relazione finanziaria annuale datata 31 dicembre 2019 i ricavi sono stati stimati nell’ordine di 13,8 miliardi. Con una variazione significativa del 12,6% rispetto al 2018 (12,2 miliardi). Questi risultati possono essere riconducibili ai successi nel settore Elettronica per la Difesa e Sicurezza ed all’Aeronautica. Anche l’EBITA (margine operativo lordo) ha presentato notevoli miglioramenti. In un solo anno è passato da 1.150 a 1.251 milioni d’euro. Ulteriori dati sulla robustezza del colosso aerospaziale, ci vengono forniti anche dai parziali rendiconti presentati dalla Leonardo lo scorso marzo 2020. L’azienda, la cui presidenza è ricoperta dall’ex generale Luciano Carta, ha presentato nuovi ordini per 3,4 miliardi di euro. Ovvero un incremento del 36%. Ha dichiarato che i risultati dei principali business in linea erano in linea con aspettative, escluso l’effetto COVID-19, e che il “…Solido Portafoglio Ordini a € 37 miliardi, assicura una copertura pari a circa 2,5 anni…”. Sempre lo scorso marzo, Leonardo ha annunciato che i siti produttivi erano di rilevanza strategica e dunque tutti operativi.
Nonostante tutto, causa pandemia, si sono verificati rallentamenti nella produzione e un abbassamento della produttività che, al netto, hanno causato un risultato negativo di 59 milioni di euro. Un danno più che contenuto se commisurato alle perdite che hanno lamentato altre realtà industriali.
Non ultimo, proprio in questi giorni Leonardo ha annunciato un ulteriore passo avanti:”…Un rafforzamento della Leadership nel settore della logistica aeroportuale – scrivono dall’azienda – con un contratto per fornire un sistema di gestione bagagli (Baggage Handling System – BHS) per l’aeroporto internazionale di Francoforte sul Meno, primo hub in Germania e terzo in Europa con circa 70 milioni di passeggeri nel 2019. Nel dettaglio, Leonardo è responsabile della gestione complessiva del progetto, dal design all’integrazione del sistema di smistamento bagagli per il nuovo molo G del Terminal 3, attualmente in costruzione. Il molo, una volta operativo, supporterà inizialmente una capacità di circa 5 milioni di passeggeri all’anno…”.
L’ex Finmeccanica S.p.A. fornirà una soluzione completa, dotata di un sistema di smistamento integrato con funzioni di sicurezza avanzate. In una prima fase, entro il 2021, è prevista la consegna e l’installazione del BHS “stand alone”. Successivamente è prevista l’espansione dell’impianto e la sua integrazione con l’impianto complessivo di gestione bagagli dell’aeroporto. L’impegno di Leonardo nel settore aeroportuale è di vecchia data. Tra gli scali dove offre la sua assistenza nella logistica dei bagagli ci sono anche gli aeroporti di Roma Fiumicino, Ginevra, Parigi Orly, Lione, Zurigo e altri hub in Europa, nonché Kuwait City, Hong-Kong e altri in Medio Oriente e Asia.
Nonostante questi successi da un punto di vista occupazionale la situazione sembrerebbe essere diversa. A lanciare più volte l’allarme è stata la FIOM-CGIL.
Secondo il sindacato nella divisione elicotteri, nonostante le cospicue vendite, si sarebbero perse 310.000 ore lavorative. Non solo, le risposte parziali che l’azienda avrebbe fornito ai sindacalisti farebbero pensare a nuove riduzioni anche per il 2021.
“…L’azienda ha evidenziato – scrive il sindacato – come l’attuale situazione di crisi del mercato civile, legata alla pandemia del Covid ma anche al perdurare del basso costo del prezzo del petrolio, accompagnerà il mercato per un lungo periodo…Questa condizione produrrà per l’anno in corso una riduzione di 310.000 ore rispetto al 2019, con un ipotizzabile vuoto lavoro pari a 18/20.000 ore/mese per lo stabilimento di Vergiate, a partire dal mese di settembre. Nei restanti stabilimenti per il 2020 non si prospettano dissaturazioni per l’anno in corso, tuttavia come Fiom-Cgil abbiamo chiesto come ciò fosse possibile a fronte di riduzioni nell’assemblaggio finale nello stabilimento di Vergiate, con risposte che solo parzialmente ci hanno convinto, temiamo che l’inizio del 2021 possa portare anche in questi stabilimenti situazioni di vuoto lavoro…”.
L’insicurezza lavorativa non sembra risparmiare nessuno, nemmeno chi fa parte della catena produttiva di una realtà fiorente come la Leonardo. Intanto il sindacato ha chiesto anche l’intervento governativo al fine di studiare una nuova strada economica congiunta. Vedremo come si evolverà la situazione ma sarebbe un peccato, e un possibile danno all’immagine, se un colosso come Leonardo lasciasse per strada le maestranze nonostante un rendiconto estremamente favorevole.