Dolcetto e scherzetto non sono mai stati così lontani
Le due e zero nove. Come esordio non c’è male. Blocco mentale, sensazione di attacco di panico. Decido di cedere, forse un brevissimo stacco dalla ricerca spasmodica di un pensiero iperironico/semilogico, che descriva un fatto di attualità, allorché si spera significativamente coinvolgente e interessante (anche un minimo stuzzicante), alla fine quindi avrà il suo senso, il quale si paleserà così, senza troppa fatica oso sperare, “naturlogicamente”, e forse anche emotivamente valido.
Però non voglio farmene una fissa, sennò è un altro motivo d’ ansia. Che poi io “vivo d’ansia, non voglio morirci”. Bella questa. Sarà il mio epitaffio, decido.
Non finisco il pensiero, un po’ lugubre, ammetto. Dlindlondlindlondlindlon. Dovrò modificare la suoneria dei messaggi WhatsApp. Odiosa.
Vabbè, apro il messaggio. Le due e tredici. Eccolo qua, l’ennesimo disturbatore nottambulo eccolo Marco, alias il Cocciante bagherese. Che avrà da inviare di così urgente a quest’ora. Apro: sei foto. Sei. Subito non capisco. C’è pure una foto di un gelato. Non metto a fuoco. Ma è colpa dell’ora piccola, se sono lenta e poco rock. Oddio! Ma… sei tu? “Sei proprio una sagoma”, rispondo mentre mi “shockko” e rido come una matta ubriaca, alle lacrime.
Sì, è lui: Samaro. Ovvero versione doc maschilsikulissima di Samara.
E sul gelato adesso leggo sull’etichetta “Samara”.
“Chi è Samara?”, immediato risento l’urlo del trasteverino Cirilli.
Dunque chi è Samara Morgan.
E’ un personaggio horror immaginario del film statunitense “The Ring” del 2002 di Gore Verbinski e, da un po’ di tempo, fa impazzire il web. Non tanto lei, ovviamente, ma le tantissime (ed i tantissimi) che hanno deciso di emularla. Spopolano in video girati in praticamente tutte le regioni, dal Trentino alla Sardegna. Alcuni sono diventati persino virali.
Sì, perché la bambina demoniaca del film ha fatto proseliti. Dunque te le ritrovi di notte, camminare in silenzio spettrale, testa bassa, il viso del tutto celato dalla lunga e nera chioma.
Naturalmente, attorno, un codazzo di ragazzini, ragazzine, donne, e qualche attempato nottambulo a riprendere anch’esso l’apparizione.
Ora, le reazioni umane si sa, sono diverse. Alcuni ridono, altri scherniscono, altri ancora, invece: s’incacchiano. Tanto che qualche emaciata emula di Samara, è stata minacciata, qualcun’altra denunciata, ma, in un caso o due (e qui ci scatta il senso del “goliardicamente correct” che ci deve far riflettere), queste ragazzine sono state accerchiate e picchiate.
Possiamo dire quello che vogliamo in merito, possiamo dire che: “…E gli anziani si terrorizzano nel vedere la sagoma bianca apparire di notte vagare per le strade buie. E i bambini si spaventano (figurarsi, sono svezzati alle scene iperrealiste horror già a tre anni, bravissimi coi giochini macabri dove fuoriescono vere goccioline di sangue dal cellulare che papino e mammina hanno regalato loro come gadget del primo giorno di scuola materna). Eccetera”.
Io dico però che non va bene, no, veder girare sui social un video dove una ragazzina viene aggredita da più persone.
E non va bene nemmeno leggere decine e decine di commenti dove si incita alla violenza fisica, da parte di persone adulte. Conigli mimetizzati da iene e ghepardi da tastiera, dimentichi d’aver avuto anche loro l’età più balorda, quella adolescenziale, che tentano di far passare uno scherzo per un’aggressione volontariamente malevola, una provocazione perpetrata a danno di bambini e di anziani.
Sarebbe lecito e più “umano” pensare, invece, che si tratti solo di un voler emulare un personaggio di un film che anni fa, ma ancora oggi, procura adrenalina, emozioni forti, pensando ad un innocente gioco.
Un gioco nato certamente per scommessa, per noia, senso di frustrazione. Un diverso “riempitivo” delle sere spesso monotone, di ragazzi relegati in gran parte nei quartieri periferici. Infine un voler attirare l’attenzione dei coetanei sui social con qualcosa di assolutamente nuovo, in grado di procurare emozioni senza rischiare grosso, di certo meglio che andare di sballo.
La violenza non è giustificabile mai, specialmente su minori che niente di grave hanno compiuto. Mi viene da pensare che, forse, se al posto di Samara ci fosse stato Samaro, quei soggetti disturbati dalla vista di una ragazzina che cammina in silenzio non l’avrebbero picchiato.
Ma Samara è femmina, e in quanto tale, dunque, possiamo “mazziarla”, tanto nessuno si indigna e prende le sue difese.
E allora lo facciamo noi, per tutte le Samara nel mondo, vittime di una società ipocrita, che fa presto a dirsi preoccupata, indignata, e grida in difesa di bambini e anziani, ma che non esita, allo stesso tempo, ad incitare alla violenza su ragazzine che speravano solo di essere protagoniste per qualche giorno, in una delle tante situazioni giocose da sempre caratteristiche dell’età adolescenziale. Niente di più.
Le tre. È ora di scambiarci un segno di saggezza, prima che sia troppo tardi.
#nessunotocchisamara