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Il cinghiale impostore

Due cacciatori assolti dall’accusa di simulazione d’incidente con un cinghiale per ottenere un rimborso regionale. L’animale, congelato, era stato messo ad arte sull’asfalto ma il veterinario ha sgamato il trucco.

Sassari – È finita con un’assoluzione la vicenda del cinghiale – a sua insaputa – truffatore. Il personale del Corpo forestale aveva denunciato, nel 2019, un uomo di 56 anni, di Sorso, e l’amico di 49 anni di Sennori, per simulazione d’incidente.

I due ladri di polli o in questo caso cacciatori di cinghiali, avrebbero usato, secondo la procura gallurese, il corpo di un cinghiale per simulare l’impatto tra l’animale e la loro auto. La messa in scena sarebbe avvenuta nei pressi di Vignola Aglientu con lo scopo di ottenere il rimborso previsto dalle leggi regionali per questo tipo di sinistri. Purtroppo per loro i rilievi operati dalla polizia stradale non evidenziarono alcuna traccia di sangue né sull’animale, né sull’asfalto. La cosa si presentò da subito sospetta.
Il Gup di Tempio Pusania ha chiuso in questi giorni il caso assolvendo i due protagonisti della vicenda per la particolare inconsistenza del fatto. In altre parole la condotta dei due non ha portato a serie conseguenze né ha rappresentato un pericolo.

Il Pm tuttavia aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione, ma la sentenza è stata invece di assoluzione.
I due furono sommersi dal ridicolo con una valanga di meme canzonatori che fecero il giro del web e non solo al momento della diffusione della singolare notizia.

La presunta tentata truffa ai danni della Regione era risibile in quanto non solo sul luogo dell’incidente non vennero trovate tracce di sangue, né in strada né sulla carcassa del cinghiale, ma il veterinario che prelevò la milza dell’ungulato per accertamenti sulla positività alla peste suina, dichiarò che le viscere erano ghiacciate.
I due insomma erano ricorsi al freezer di casa, avevano prelevato la povera bestia stecchita dal congelamento e l’avevano adagiata sull’asfalto in modo da simulare l’impatto con la vettura. C’è da ridere, a denti stretti.

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