Il caso Santanchè: la ministra “Nessuno mi ha mai chiesto un passo indietro”

La titolare del Turismo incrocia Meloni in Cdm ma nessun confronto in merito alle dimissioni. Attesa per la data del 29 gennaio.

Roma – Il caso Santanché, dopo il rinvio a giudizio della ministra del Turismo sul caso Visibilia, continua a tenere banco nel dibattito politico. Dimissioni sì o no? La ministra Daniela Santanché si è detta tranquilla riguardo il fatto che il rinvio a giudizio per il caso Visibilia a cui è stata oggetto incida sulla sua posizione all’interno dell’esecutivo. “A me nessuno ha mai chiesto di fare un passo indietro. Ho sempre detto che sono assolutamente tranquilla perché so come sono le questioni nel merito. Ho sempre detto che se dovesse arrivare un giudizio sulla cassa Covid, dove capisco che ci potrebbero essere delle implicazioni politiche, non avrei esitato a fare un passo indietro ma non siamo a questo punto, continuiamo a fare il mio lavoro”.

Oggi, ha aggiunto “sono qua, poi a Gedda assolutamente tranquilla perché ‘male non fare, paura non avere’. Ho una situazione psicologica di assoluta tranquillità. Mi dispiace molto per questo assalto mediatico”, ha detto. Nel frattempo la ministra si è scambiata un breve saluto, poi il Consiglio dei ministri ‘lampo’ – concluso in meno di venti minuti – e via, direzione Milano. Daniela Santanchè e Giorgia Meloni si sono ritrovate a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri. Chi, però, confidava che a margine della riunione di governo potesse finalmente avvenire il confronto tra la premier e la ministra – finita nella bufera a seguito del rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sui conti di Visibilia – è rimasto deluso.

Incontro Santanché-Meloni in Cdm ma nessun confronto

La riunione si sarebbe svolta in un “clima tranquillo”, assicurano all’Adnkronos dall’entourage di Santanchè. Ma l’incognita sul suo futuro resta, eccome. La data cerchiata di rosso resta sempre quella del 29 gennaio, quando la Cassazione dovrà deliberare sulla competenza territoriale, tra Milano e Roma, del procedimento sul caso Visibilia, in particolare per quanto riguarda l’ipotesi di truffa aggravata ai danni dell’Inps sulla cassa integrazione del periodo Covid. Se la suprema corte dovesse respingere la richiesta della difesa di Santanchè di spostare il procedimento a Roma, la posizione dell’imprenditrice all’interno dell’esecutivo – già precaria – potrebbe diventare insostenibile.

Per adesso, a giudizio della ministra del Turismo infatti le false comunicazioni sociali a lei contestate nel rinvio a giudizio rappresentano “un reato che in tanti Paesi nemmeno c’è” e in ogni caso “mai mi è stata fatta un’accusa sulle mie funzioni di ministro. Sono rimasta fedele al giuramento: ho sempre agito con disciplina e onore. Grazie a Dio non ho nessuna condanna, non c’è nessun fallimento, nessuna bancarotta”. La Visibilia srl da lei fondata “non è fallita – argomenta a propria difesa Santanchè – è sul mercato e un imprenditore interpellato direbbe che questa roba non esiste: un reato valutativo, una questione molto tecnica e tutta basata su perizie per la quale ero già stata archiviata nel 2018”.

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