Il caso Marianna Cendron, i genitori in tv: “Vogliamo la verità”

A dodici anni dalla sparizione, la famiglia rilancia l’appello e chiede nuove verifiche su una vicenda mai chiarita.

Roma – La vicenda di Marianna Cendron torna a occupare il centro dell’attenzione mediatica. A riaccendere i riflettori sul caso sono stati i genitori della giovane, scomparsa a soli 18 anni a Castelfranco Veneto, che hanno scelto di intervenire in televisione per rilanciare un appello rimasto finora senza risposte.

Nel corso della puntata di “Chi l’ha visto” condotta da Federica Sciarelli, mamma e papà di Marianna hanno preso la parola in diretta, ripercorrendo una storia che per loro non si è mai fermata. Il loro obiettivo è chiaro: spingere le istituzioni a tornare a indagare per fare luce su quanto accaduto alla figlia.

Durante l’intervento, i genitori hanno ricostruito i passaggi chiave della scomparsa, soffermandosi su elementi che, a loro avviso, non sarebbero mai stati chiariti fino in fondo. Davanti alle telecamere hanno ribadito con forza la richiesta di verità, spiegando di non essersi mai rassegnati all’idea di un silenzio definitivo.

La famiglia chiede ora che la Procura riapra il fascicolo, consapevole delle difficoltà legate al tempo trascorso ma determinata a non arrendersi. Per loro, conoscere cosa sia realmente successo a Marianna è un diritto irrinunciabile.

In particolare, la madre Emilia continua a coltivare una convinzione profonda: Marianna potrebbe essere ancora viva. L’ipotesi è che la ragazza si trovi da qualche parte con una nuova identità, diversa da quella che aveva prima della scomparsa. Un’idea che si accompagna a un altro punto più volte sottolineato: secondo la famiglia, nelle prime fasi delle ricerche sarebbero stati commessi errori e i controlli sarebbero partiti con troppo ritardo.

La testimonianza in televisione rappresenta dunque l’ennesimo tentativo di rompere il muro del tempo e dell’oblio. I genitori di Marianna chiedono che il loro appello venga ascoltato e che, anche dopo dodici anni, si possa finalmente riaprire il caso per dare una risposta a una famiglia che non ha mai smesso di cercare la verità.

La vicenda di Marianna affonda le sue radici in una sera di fine febbraio del 2013. Dopo aver concluso il servizio in cucina in un locale di Castelfranco Veneto, la giovane salutò i colleghi come di consueto, senza lasciare presagire nulla di anomalo. Da quel momento, però, di lei si persero completamente le tracce: non rientrò a casa e non vennero mai ritrovati né la bici chiara che usava ogni giorno né altri effetti personali.

Alle spalle Marianna aveva una storia delicata. Cresciuta in Bulgaria prima dell’adozione, aveva vissuto anni difficili e combatteva con fragilità personali, tra cui problemi legati all’alimentazione, mentre cercava con determinazione di costruirsi una vita indipendente. In quel periodo stava attraversando una fase complicata, frequentando più persone e mantenendo anche un rapporto con un uomo più grande, molto presente nella sua quotidianità.

Inizialmente la sua assenza venne considerata un allontanamento volontario, ma con il trascorrere dei mesi quella ricostruzione non ha mai trovato conferme concrete. Il procedimento giudiziario è stato chiuso, senza arrivare a una spiegazione definitiva. Una decisione che la famiglia non ha mai accettato, continuando a chiedere che il caso venga riesaminato e che si faccia piena luce su aspetti irrisolti.