Da Apricena Michela Liuzzi, 64 anni, compie la missione speciale di insegnare sull’isola, e oggi le lezioni ripartono grazie a lei.
Foggia – Da Apricena alle isole Tremiti con furore, per una missione molto speciale. Quasi eroica e degna della pellicola di un film cult. Dove lei è l’eroina che esce dalla scena per far riaprire la scuola dell’infanzia chiusa da ben 21 anni, per mancanza di alunni ma anche di insegnanti. E se vale il detto “only the brave”, Michela Liuzzi, 64 anni e ancora precaria, ha accettato l’incarico dopo che altre due sue colleghe, destinatarie del ruolo, avevano rifiutato. Con due settimane di ritardo, la scuola dell’infanzia chiusa dal 2003 ha ripreso a vivere riaprendo ufficialmente questa mattina.
L’avvio delle lezioni era previsto il 16 settembre ma nessuna maestra aveva mai osato accettare quell’incarico. Nessuna voleva affrontare le onde del viaggio in traghetto che occorre fare per raggiungere l’arcipelago nel Foggiano. Liuzzi invece ha scelto di compiere l’impresa: come in “Capitani coraggiosi” di Rudyard Kipling lei solcherà quelle onde e poi resterà sull’isola dal lunedì al venerdì e poi, “meteo permettendo”, tornerà a casa dove l’aspetta suo marito. I figli, invece, vivono a Roma. E per lei non è di certo un sacrificio: al suo arrivo il suo gesto ha fatto la differenza, perché far rivivere la scuola e i suoi insegnamenti non è cosa da poco.
“Sono tanto felice di essere qui alle Tremiti – ha detto la maestra – ho ricevuto un’accoglienza meravigliosa dalle famiglie dei miei alunni. Sono consapevole che non sarà facile, anche perché ad un soffio dalla pensione, con tanti comuni presenti in provincia di Foggia, l’arcipelago delle Tremiti mi terrà più spesso lontana da casa. Ma ho accettato questa nuova sfida perché amo insegnare e amo i bambini, tanto da essere anche catechista e volontaria in parrocchia ad Apricena”. “Accogliamo – ha commentato la prima cittadina Annalisa Lisci – con entusiasmo la nuova insegnante. La riapertura della scuola segna un nuovo capitolo pieno di energia positiva”.
C’è una frase in “Capitani coraggiosi” che è emblema dell’impresa di una maestra felice. “Viaggia più veloce chi viaggia da solo“. Il pensiero, con la storia di Michela Liuzzi, corre al libro “Cuore” di Edmondo De Amicis, dove il sacrificio, la sopportazione del dolore, la rinuncia a desideri individuali in virtù di un bene sociale sono le tematiche che costituiscono il filo costante della narrazione. Un’immagine che cozza con il periodo storico che stiamo vivendo dove le aggressioni a scuola da parte degli studenti sono all’ordine del giorno. Ebbene, in questa storia c’è la frase chiave di “Cuore”: “Pronuncia sempre con riverenza questo nome – maestro – che dopo quello di padre, è il più nobile, il più dolce nome che possa dare un uomo a un altro uomo”. Qui l’impresa è di una donna.