La protesta del 28 gennaio. Carlo Besostri, presidente di SEED-Italia ricorda la grande mobilitazione di Mortara invasa da 300 macchine agricole.
Roma – Gli agricoltori italiani tornano alla carica ad un anno dalle proteste, che dall’Italia erano giunte fino in Europa, a Bruxelles. Oggi nuova mobilitazione nazionale per chiedere – ancora – risposte concrete alle istituzioni e un cambiamento radicale nelle politiche agricole. Dietro la nuova marcia dei trattori c’è la mancanza di risposte del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida alle richieste formulate tra i rombi delle macchine agricole un anno fa. Il 28 gennaio non è l’unica data della protesta, ma forse solo l’inizio visto che in diverse Regioni sono già allestiti i sit-in che rimarranno attivi anche nei giorni successivi.
In tutta Italia l’anima della protesta erano stati – e tornano ad esserlo – gli agricoltori e gli imprenditori di settore schierati al loro fianco. In Lomellina, nel cuore pulsante della produzione del riso in Lombardia, c’era anche Carlo Besostri, presidente di SEED Italia e storico agricoltore del comparto risicolo. Era il 13 febbraio del 2024 quando Besostri organizzò una manifestazione con centinaia di agricoltori in “sella” ai loro trattori che avevano invaso il centro di Mortara. Erano in tanti, quasi 300 macchine agricole giunte da Novara, Vercelli, Pavia, e altre aree del Nord.
Da allora è passato un anno: che cosa è cambiato?
“In questi mesi si sono registrati pochi cambiamenti e infatti gli agricoltori tornano sulle strade, da Nord a Sud – dice Besostri – Perché ancora oggi non hanno risposte concrete sul loro futuro, che poi è quello di tutti gli italiani, che mangiano i nostri prodotti e vogliono continuare a consumare il made in Italy. Oggi come allora servono garanzie immediate e maggiori tutele dagli eventi climatici estremi, dal caro energia, dalle epidemie come l’aviaria ed altre, e dalla concorrenza sleale del resto del mondo. Tutti sappiamo – aggiunge l’imprenditore – che il costo delle materie prime e dei carburanti aumentano di giorno in giorno mentre i prodotti finiscono sul mercato allo stesso prezzo ormai da troppi anni. Gli agricoltori italiani, oltre a condividere le istanze dei colleghi europei, chiedono una maggiore protezione del Made in Italy e lotta senza quartiere alle speculazioni…”.
Una protesta quella dei trattori che ha invaso tutta l’Europa arrivando a Bruxelles sotto il Parlamento Europeo.
“Tutti ricordiamo quelle immagini, con la sfilata delle macchine agricole fino alla sede dei vertici Ue – conclude Besostri – Quel cambio di passo sulla Politica Agricola Comunitaria invocato un anno fa è ancora al centro delle nuove proteste: una PAC che preveda più semplificazione nell’erogazione degli aiuti, il no ai tagli finanziari, lo stop agli aiuti per non produrre, un maggior sostegno ai giovani e continuare a incentivare le filiere 100% italiane. Il progetto SEED ha investito sulla sostenibilità come valore fondamentale. Abbiamo puntato sull’energia pulita installando pannelli fotovoltaici e costruendo una centrale a biomassa. Risultato? Riduzione dell’impatto ambientale e prodotti ‘puliti’ e sicuri”.