I ragazzi della “Milano bene” che rapinano un clochard

Si tratta di due minori, che hanno aggredito un 57enne per rubargli 5 euro, provando a spegnergli una sigaretta nell’occhio.

Milano – Una violenza gratuita che va oltre il gesto della rapina. Due adolescenti milanesi di 16 anni, entrambi provenienti da famiglie agiate del capoluogo lombardo, sono stati arrestati per aver aggredito un senzatetto nella notte tra sabato 13 e domenica 14 dicembre. Il bottino della rapina: appena cinque euro e cinquanta centesimi.

I fatti si sono consumati poco dopo le quattro del mattino in zona centrale. I due giovani, appena usciti da un fast food, hanno preso di mira un uomo di 57 anni originario della provincia di Trapani, senza fissa dimora. L’aggressione è stata violenta e gratuita: dopo averlo strattonato con forza, gli hanno strappato la tracolla.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, uno dei due ragazzi avrebbe tentato di spegnere una sigaretta accesa nell’occhio della vittima. Un gesto mancato per fortuna, ma che testimonia il livello di disprezzo e crudeltà con cui è stata compiuta l’aggressione.

Immediata la reazione della vittima che, appena ha visto passare una pattuglia della polizia, ha chiesto aiuto agli agenti raccontando l’accaduto. L’uomo, ancora sotto shock, è riuscito a indicare la direzione in cui i due aggressori erano fuggiti.

Gli agenti si sono messi immediatamente sulle tracce dei ragazzi e nel giro di pochi minuti sono riusciti a rintracciarli. Quando sono stati fermati, i due sedicenni avevano ancora in tasca il “bottino”: cinque euro in monete e una banconota da cinquanta centesimi. La borsa della vittima, evidentemente considerata di scarso valore, era stata gettata via e abbandonata accanto a una saracinesca poco distante.

Non si tratta di ragazzi che vivono situazioni di disagio economico o marginalità sociale. Uno dei due è figlio di imprenditori con un’attività che genera fatturati milionari, l’altro proviene da una famiglia in cui il padre esercita la professione di avvocato. Famiglie della cosiddetta “Milano bene”, che probabilmente mai avrebbero immaginato di ricevere una telefonata dalla questura nel cuore della notte.

Uno dei due giovani, inoltre, non è nuovo alle forze dell’ordine. Nel suo fascicolo figurano già precedenti per danneggiamento, furto aggravato e accensioni ed esplosioni pericolose. Un curriculum che suggerisce un percorso già problematico, nonostante la giovanissima età.

I due sono stati arrestati con l’accusa di rapina aggravata. La vittima, visitata dai sanitari, ha riportato lievi lesioni ma soprattutto un forte stato di shock per la violenza subita. Un episodio che solleva interrogativi profondi sul disagio giovanile, sulla noia, sulla ricerca di emozioni forti che attraversa anche chi, almeno apparentemente, ha tutto.

La sproporzione tra il rischio corso – un arresto, un procedimento penale, un marchio che li accompagnerà – e il “guadagno” ottenuto – poco più di cinque euro – rende l’episodio ancora più assurdo e preoccupante. Non c’era necessità economica dietro quel gesto, solo violenza gratuita rivolta verso chi già vive ai margini della società.

Il caso ha riacceso il dibattito sulla sicurezza in città e, soprattutto, sul fenomeno delle baby gang e della violenza giovanile che sempre più spesso coinvolge ragazzi di ogni estrazione sociale. Una violenza che non conosce confini di classe e che sembra nascere da un vuoto, da una mancanza di empatia e rispetto per l’altro che dovrebbe far riflettere famiglie, scuole e istituzioni.

La Procura per i minorenni di Milano ha aperto un fascicolo e nelle prossime ore i due sedicenni saranno interrogati. Dovranno spiegare il perché di un gesto tanto insensato quanto crudele, compiuto contro una persona già fragile e vulnerabile.