I professionisti introvabili: dall’ingegnere all’estetista, la ricerca a vuoto delle imprese

E’ la fotografia scattata dal bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro.

Roma – Tante occasioni di lavoro ma pochi lavoratori specializzati: ad agosto le imprese cercavano 315 mila dipendenti, il 7,5% in più rispetto all’anno scorso, ma nella metà dei casi faticavano a trovarli. È questa la fotografia scattata dal bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Il report, in particolare, segnala come alcune figure professionali non si riescano proprio a trovare. Le aziende lo lamentano nel 48,9% dei casi, confermando che i motivi principali sono l’assenza di candidati e la loro preparazione inadeguata.

A mancare sono soprattutto gli ingegneri, a cui si aggiungono gli insegnanti di scuola primaria e pre-primaria. In difficoltà anche le professioni tecniche, dove scarseggia personale nel campo ingegneristico e tecnici della salute. Estetisti, addetti della ristorazione, operai specializzati nelle rifiniture delle costruzioni, e poi fonditori, saldatori, lattonieri, calderai e montatori di carpenteria metallica sono altre figure professionali di cui c’è disperato bisogno. A fronte di queste lacune la domanda di lavoratori è aumentata, non solo per il mese di agosto, ma anche sul lungo termine: da qui a ottobre se ne cercheranno il 2,3% in più rispetto al periodo analogo del 2023.

Le opportunità sono tante e arrivano soprattutto dai settori del turismo e del commercio, oltre che dai comparti delle costruzioni e delle industrie alimentari, di bevande e di tabacco. Secondo i dati di Unioncamere, per il trimestre agosto-ottobre la richiesta si stima in 1,3 milioni di assunzioni (+2,3% rispetto all’anno scorso, con 30mila contratti in più. I tempi determinati sono la forma contrattuale più proposta con 187mila unità (59,4% del totale), poi i contratti a tempo indeterminato (52mila, 16,5%) e quelli di somministrazione (34mila, 10,8%). Sono numerose in questa fase le opportunità di lavoro nel settore dei servizi. Qui si prevedono 227mila contratti ad agosto e 919mila nell’intero trimestre che va da agosto a ottobre.

L’industria, si legge ancora nel bollettino del Sistema informativo Excelsior, cerca 88mila lavoratori nel mese e 392mila da qui fino a ottobre. Il manifatturiero richiede quasi 57 mila dipendenti ad agosto e 243 mila nel trimestre, mentre l’edilizia e le costruzioni rispettivamente 31mila (nel mese) e 150mila (nel trimestre). “Questa situazione è causata da un disallineamento tra percorsi formativi e bisogni del sistema produttivo”, ha spiegato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, “per risolverla bisogna agire sulla formazione e l’informazione dei giovani perché sappiano dove è più facile che verranno soddisfatte le loro giuste aspirazioni”.

A pesare su questo mismatch è anche il problema della denatalità e, ha aggiunto Prete, “nel breve periodo uno sforzo importante di programmazione dei flussi migratori potrà certamente aiutare”. Le imprese, infatti, sono alla ricerca di lavoratori immigrati per coprire il 21,8% dei contratti programmati nel mese di agosto. La manodopera straniera è richiesta soprattutto nei servizi a imprese e persone, nel trasporto, nella logistica, nel magazzinaggio, nella metallurgia, nell’alimentare e nella ristorazione. Infine, riguardo questo fenomeno, c’è anche lo stop del reddito di cittadinanza che ha generato diversi cambiamenti di riflesso anche nel mondo del lavoro.

Secondo l’Istat, da giugno 2023 a giugno 2024, gli occupati nel nostro Paese sono cresciuti di 337mila unità (+1,4%). Sono inoltre calati costantemente gli inattivi: a giugno erano 41mila in meno rispetto al mese precedente. Sale in modo impercettibile la disoccupazione, che a giugno è tornata al 7%. Gli occupati in Italia a giugno 2024 erano 23 milioni e 949mila, i dipendenti permanenti sono 16 milioni e 37mila, mentre gli autonomi sono 5 milioni e 144mila. I dipendenti a termine sono scesi a 2 milioni e 768mila.

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